Vaccino coronavirus, lo studio che "fa sperare": parla Ippolito
Il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, ha commentato le affermazioni dell'immunologo Robert Gallo
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, ha commentato all’Ansa le posizioni dell’immunologo americano Robert Gallo in merito al vaccino antipolio: “Quando ci sarà uno studio scientifico randomizzato controllato allora potremo parlare, ma fino ad allora si tratta solo di ipotesi senza prova di efficacia”.
Robert Gallo: “Immunità innata con vaccino antipolio”
Robert Gallo aveva avanzato l’ipotesi che il vaccino antipolio potesse fornire “una sorta di immunità innata alla popolazione”, proteggendola dal coronavirus.
Ma Ippolito ha accolto con scetticismo la proposta di Gallo: “Ogni giorno siamo sommersi da ipotesi, ma senza uno studio e delle prove, è una delle tante idee senza sufficiente documentazione scientifica”.
Ippolito: “C’è bisogno di studi di grandi dimensioni”
“Siamo ancora in una fase di conoscenza limitata del nuovo coronavirus SarsCov2”, ha osservato Ippolito. “Quindi, tutte le ipotesi scientifiche sono buone ma c’è bisogno poi di studi di grandi dimensioni. In mancanza di questi non si potrà dire nulla, ovvero senza prove documentali si tratta solo di ipotesi scientifiche“.
Vaccino coronavirus, lo studio che “fa sperare”
Gallo aveva inoltre sollevato il dubbio che un eventuale vaccino anti-covid non fornisse un’immunità duratura, ma Ippolito ha allontanato anche questo timore.
“Un lavoro di recente pubblicazione – ha illustrato il direttore scientifico dello Spallanzani – ha evidenziato un coinvolgimento di un tipo di immunità, l’immunità cellulare T, rispetto alla Covid-19. Il coinvolgimento dell’immunità T ci fa sperare in una risposta. Se tale immunità funzionasse, i vaccini che stimolano la risposta immunitaria T potrebbero essere importanti”.
In conclusione, Ippolito ha osservato che “in questa emergenza pandemica troppo spesso si danno informazioni senza avere sufficienti certezze“.