Vaccino coronavirus, quanto dura l'immunità: il dubbio di Gallo
Il rischio di una seconda infezione, per il virologo, è reale. Nella tragedia, tuttavia, "esistono lati positivi"
Con l’avanzare della ricerca sul vaccino anti-Covid, sorgono i primi dubbi sulla durata dell’immunità legata a esso. A fare chiarezza sulla questione ci ha pensato Robert Gallo, virologo e immunologo americano co-scopritore, a metà degli anni ’80, dell’Hiv come causa dell’Aids.
“Credo – ha detto Gallo a SkyTg24 – che saremo esposti ad altri ceppi del virus e temo che l’immunità generata dal vaccino non sia duratura, perché ravvisiamo analogie tra i peplomeri di questo virus e quelli dell’Hiv”.
In più, “gli anticorpi nel caso dell’Hiv non sono duraturi” e, ha aggiunto, “ritengo sia possibile contrarre il virus una seconda volta, a meno che l’immunità ottenuta dalla prima infezione non riesca a rispondere a tutte le varianti del virus e a meno che l’immunità non sia duratura”.
“Se l’immunità fosse duratura – ha spiegato Robert Gallo -, cosa che non possiamo sapere, e fosse ampia e comprendesse tutte le varianti del virus, allora non lo contrarremo di nuovo, ma non credo sia molto probabile”.
Coronavirus e Hiv, gli aspetti in comune
Sugli altri aspetti che hanno in comune il coronavirus e l’Hiv, ha argomentato il virologo, ” sono tutti gli aspetti e gli insegnamenti di una pandemia. C’è sempre un lato positivo nella tragedia“.
“Con l’Hiv”, infatti, “ci sono stati molti lati positivi a livello scientifico, ma anche sociale: il maggiore coinvolgimento degli Stati Uniti con l’Africa in fatto di salute pubblica per prima cosa, poi la maggiore compressione e tolleranza verso le diversità nella sfera sessuale delle persone”.
La conclusione di Robert Gallo è anche un messaggio di speranza: “Spero che questa pandemia porti negli Stati Uniti maggiore unità, spero anche che la pandemia conduca a maggiore interazione a livello scientifico e medico tra le nazioni. Finora non l’ho visto ed è l’aspetto più deludente, specie nei nostri rapporti con la Cina”.
Coronavirus, speranze dal vaccino antipolio
In merito alla presunta efficacia del vaccino antipolio, Gallo ha dichiarato: “Stiamo facendo delle sperimentazioni con alcuni potenziali vaccini, ma non si sa ancora se saranno efficaci, sicuri o se avranno effetti collaterali. Dovremo aspettare”.
“Un’altra possibilità – ha specificato – è che ci siano altri tipi di protezione a livello endemico che assicurano una sorta di immunità innata alla popolazione. È quel che proponiamo di fare con il vaccino antipolio per via orale” che “costa poco ed è disponibile“.
“Basta sciogliere una compressa sulla lingua – ha aggiunto ancora l’esperto -, inoltre è ampiamente dimostrato che è sicuro e per chi ha già fatto il vaccino antipolio, come nel nostro caso in Occidente, non rappresenta quasi alcun pericolo o comunque i rischi sono estremamente bassi”.
Vaccino antipolio, il commento di Ippolito
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani di Roma, ha commentato all’Ansa le posizioni di Gallo: “Quando ci sarà uno studio scientifico randomizzato controllato allora potremo parlare, ma fino ad allora si tratta solo di ipotesi senza prova di efficacia”.
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