Uomo con influenza aviaria morto negli Usa, il primo collegato al virus H5N1: aveva già problemi respiratori
Negli Usa un uomo colpito da influenza aviaria, che aveva già problemi respiratori, è morto: si tratta del primo decesso collegato al virus H5N1
Negli Usa si è registrato il primo morto umano collegato all’influenza aviaria. Il decesso è stato reso noto dalle autorità sanitarie della Louisiana, che hanno specificato che la vittima è un paziente anziano (di età superiore ai 65 anni), che soffriva anche di altre patologie. Era stato infettato dal virus H5N1 tramite pollami e uccelli selvatici.
- Primo decesso umano collegato all'influenza aviaria: l'annuncio
- Paura negli Usa per l'influenza aviaria
- 2025 anno dell'aviaria? Cosa ha detto Bassetti
Primo decesso umano collegato all’influenza aviaria: l’annuncio
Le autorità sanitarie della Louisiana hanno annunciato nella giornata di lunedì 6 gennaio il primo decesso umano collegato all’influenza aviaria.
Si tratta di un paziente di età superiore ai 65 anni, che era stato infettato dal virus H5N1 tramite pollame e uccelli selvatici e che soffriva di altre patologie. Nello specifico, avendo problemi respiratori, l’uomo era in “condizioni critiche”.
L’uomo deceduto negli Usa era stato infettato dal virus H5N1 attraverso pollame e uccelli selvatici.
Paura negli Usa per l’influenza aviaria
L’indagine condotta dalla sanità pubblica “non ha individuato altri casi di H5N1 né prove di trasmissione da persona a persona”. Il Dipartimento della Salute della Louisiana ha affermato che “questo paziente resta l’unico caso umano di H5N1 in Louisiana“.
Il rischio rappresentato dall’influenza aviaria per la popolazione generale è considerato “basso” ma, è stato spiegato, “le persone che lavorano con uccelli, pollame o mucche, o che sono esposte a questi animali nell’ambito delle loro attività ricreative” presentano un “rischio più elevato”.
Nonostante non sia stata osservata alcuna diffusione dell’influenza aviaria tra gli esseri umani, il livello di circolazione del virus H5N1 preoccupa gli esperti, soprattutto adesso che Donald Trump è prossimo al suo insediamento alla Casa Bianca. Il presidente eletto, infatti, ha già annunciato la sua intenzione di eliminare l’agenzia responsabile della preparazione ai rischi epidemici.
Anche l’amministrazione uscente, in ogni caso, non è esente da critiche: alcuni esperti hanno definito “insufficiente” la risposta all’influenza aviaria e hanno segnalato carenze nel monitoraggio della contaminazione.
Nella giornata di venerdì le autorità hanno annunciato lo stanziamento di 306 milioni di dollari per rinforzare la risposta nazionale alla minaccia rappresentata dall’influenza aviaria, attraverso, in particolare, il sostegno a programmi di sorveglianza epidemiologica e ricerca medica.
“Nonostante il rischio per gli esseri umani sia basso, ci prepariamo sempre a tutti gli scenari possibili“, ha dichiarato il segretario alla Salute degli Stati Uniti d’America, Xavier Becerra, in una nota riportata da Askanews.
2025 anno dell’aviaria? Cosa ha detto Bassetti
Commentando il primo caso di decesso collegato a influenza aviaria negli Usa, Matteo Bassetti ha detto all’agenzia Adnkronos: “La cosa più importante è che questo paziente non si è contagiato con i bovini ma con un animale da cortile, situazione molto diversa rispetto ai casi tra gli operatori degli allevamenti da bovini da latte”.
Ancora l’infettivologo: “Negli Usa, oggi, l’influenza aviaria è un problema, con 60 casi nel 2024 e un primo decesso nel 2025. Per fortuna non c’è stato ancora un caso di trasmissione interumana ma prima o poi arriverà“.
Lo scorso 30 dicembre, Bassetti aveva dichiarato alla stessa agenzia di stampa: “Il virus sta mutando e non è più lo stesso visto nei bovini, ma è nuovo. Ci sono segnali che questo virus si sta avvicinando agli essere umani e temo che il 2025 possa diventare l’anno dell’aviaria“.