Ucraina, perché il Pentagono pensa che Putin sia pronto alla minaccia nucleare: l'ipotesi degli 007
Secondo gli 007 americani, ma non solo, Vladimir Putin potrebbe presto ricorrere alla minaccia nucleare per risolvere la guerra in Ucraina
Pronto a tutto, anche al peggio. È questa la paura dei servizi segreti statunitensi. Secondo l’analisi della Defense Intelligence Agency (Dia), l’agenzia d’intelligence del Pentagono, Vladimir Putin potrebbe ricorrere alla minaccia nucleare per dare una svolta al conflitto avviato dall’invasione dell’Ucraina, da parte della Russia, lo scorso 24 febbraio. A distanza di quasi un mese, infatti, l’occupazione procede lentamente: Putin potrebbe accelerare giocando la carta del panico.
L’analisi del Pentagono: “Putin potrebbe usare la minaccia nucleare”
L’analisi del Pentagono è chiara: Vladimir Putin potrebbe ricorrere alla minaccia nucleare se la guerra in Ucraina dovesse trascinarsi.
Il motivo? Il conflitto starebbe procedendo in maniera lenta rispetto al previsto: più tempo passa, più la Russia si indebolisce militarmente ed economicamente.
Secondo la Dia, quindi, è probabile che Mosca “farà progressivamente affidamento sul suo deterrente nucleare per proiettare forza sulla sua popolazione locale e all’estero“, ha spiegato il tenente generale Scott Berrier, capo dell’agenzia, durante una audizione parlamentare riportata da Bloomberg.
L’alto ufficiale ha aggiunto che il protrarsi dello stallo “minaccia di indebolire l’esercito russo e di ridurre il suo arsenale di armi modernizzato mentre le conseguenti sanzioni economiche potrebbero causare una prolungata depressione economica e uno stato di isolamento diplomatico“.
Vladimir Putin rappresentato con una bomba nucleare tra le braccia da un gruppo di attivisti a Berlino, nell’agosto 2019
Minaccia nucleare, cosa pensano gli esperti: la dottrina “Shock and awe”
L’ipotesi di una minaccia nucleare era già stata messa sul tavolo nelle scorse settimane.
La preoccupazione dei servizi segreti dei Paesi occidentali è data dalla possibilità che Vladimir Putin ordini l’impiego di armi ‘tattiche’ con potenza limitata, su una porzione circoscritta del territorio ucraino, a supporto delle operazioni di terra convenzionali.
Si tratterebbe di una versione nucleare della dottrina del cosiddetto “Shock and awe” (“Schock e terrore”), teorizzata negli anni ’90 dagli studiosi Harlan Ullman e James Wade.
Si fonda sulla tattica del “dominio rapido” attraverso l’uso di una forza talmente grande da piegare definitivamente il nemico: in passato, questa strategia è stata applicata dai tempi delle Legioni Romane fino ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
Putin sarebbe quindi pronto alla minaccia nucleare per evitare che il conflitto ucraino diventi un nuovo Vietnam o un nuovo Afghanistan.