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Uccisa a martellate a Bologna, gip a Padovani: "Irrefrenabile delirio di gelosia". La denuncia, le chat spiate

Il gip ha convalidato l'arresto in carcere per Giovanni Padovani, accusato dell'omicidio, aggravato dallo stalking, dell'ex Alessandra Matteuzzi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il giudice del tribunale di Bologna ha convalidato l’arresto in carcere per Giovanni Padovani, l’uomo accusato di aver ucciso a martellate la ex compagna Alessandra Matteuzzi dopo averla aspettata sotto casa. Nell’ordinanza, il giudice scrive di “un desiderio ossessivo” che il 26enne nutriva per la donna, che gli impediva di accettare la fine della relazione. L'”elevatissimo rischio di recidiva” ha reso dunque necessario, a parere del giudice, la conferma dell’arresto.

Padovani “animato da un irrefrenabile delirio di gelosia”, il gip convalida l’arresto

“Animato da un irrefrenabile delirio di gelosia“, Giovanni Padovani aveva “manifestazioni di eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità e prevedibilità”, scrive ancora il giudice, come riporta l’Ansa. Un comportamento culminato la sera del 23 agosto nell’aggressione brutale della 56enne, morta per un’emorragia dovuta allo sfondamento del cranio a martellate.

La denuncia di Alessandra Matteuzzi e le chat spiate

Le tensioni tra i due erano evidenti già da alcuni mesi. Come riporta l’Ansa, lo scorso 29 luglio Alessandra Matteuzzi aveva sporto una denuncia-querela nei confronti dell’ex Giovanni Padovani, da cui si sentiva perseguitata.

alessandra matteuzziFonte foto: ANSA
L’entrata del palazzo dove è stata uccisa Alessandra Matteuzzi

Lo scorso febbraio, ha raccontato Matteuzzi a margine della denuncia, aveva scoperto che i propri profili social e di messaggistica erano stati compromessi da email riconducibili a Padovani. Inoltre, il ragazzo avrebbe addirittura collegato il profilo Whatsapp della 56enne a un software per spiare i messaggi ricevuti su un altro dispositivo, di fatto controllando tutte le sue interazioni virtuali.

La richiesta di mandare video ogni dieci minuti

Matteuzzi aveva detto ai carabinieri meno di un mese prima della tragedia: “Il nostro rapporto si basava sempre sull’invio da parte mia dei video che lui mi aveva chiesto e di videochiamate, ma questo non è bastato a frenare la sua gelosia, perché i dubbi sulla mia fedeltà non sono mai passati”.

Richieste, come quella di inviare un video ogni 10 minuti per dimostrare che non stesse tradendo il compagno, a cui lei acconsentiva per timore di una reazione violenta di lui. Fino alla sera del 23 agosto, quando Padovani l’ha uccisa a Bologna, infliggendole diversi colpi al cranio e anche altre lesioni rilevate a livello del torace, come emerso dall’autopsia.

Il procuratore respinge l’ipotesi di malagiustizia

Al tempo, nei confronti del ragazzo non erano state emesse misure cautelari. Ma secondo il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, “in questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia”.

Sempre secondo il procuratore, le indagini “non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto“.

matteuzzi Fonte foto: ANSA
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