Troppo clorato nella Coca-Cola, ritirate bottiglie e lattine in Europa: richiamate anche Fanta e Sprite
Ritirate milioni di lattine e bottiglie di Coca-Cola per un quantitativo eccessivo di clorato. Il richiamo riguarda buona parte dell'Europa
Massiccio ritiro di bottiglie e lattine di Coca-Cola in Europa: lo fa sapere l’imbottigliatore del prodotto in Belgio. Il motivo sarebbe dovuto a un’eccessiva presenza di clorato all’interno delle confezioni. Il ritiro riguarda anche Fanta, Sprite, Fuze Tea e tanti altri prodotti noti e interessa Belgio, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania, Francia e Lussemburgo.
Maxi ritiro di prodotti Coca-Cola, cos’è successo
In una nota della Coca-Cola Europacific Partners Belgium riportata dall’Afp e ripresa da Ansa si legge che l’imbottigliatore del noto marchio in Europa ha disposto un massiccio ritiro di lattine e bottiglie.
Il motivo sarebbe legato a un quantitativo di clorato superiore alla media, di cui “non abbiamo una cifra precisa” ma si parla di “una quantità considerevole“.
Il ritiro riguarda diversi prodotti del gruppo Coca-Cola: oltre all’omonima bevanda si parla anche di Sprite, Fanta, Fuze Tea oltre a Nalu, Minute Maid, Royal Bliss e Tropico.
Oltre al Belgio, il ritiro è stato disposto anche in Lussemburgo, nei Paesi Bassi, in Francia, in Gran Bretagna e in Germania. Come si può notare tale richiamo non riguarda l’Italia, che registrò un ritiro nel 2022 per “rischio chimico“. In un lotto di “Coca Cola Original Taste”, infatti, erano presenti zuccheri nonostante la dicitura “senza zucchero”.
Cos’è il clorato
Come spiega una nota dell’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, il clorato può nascere dal processo di disinfezione dei macchinari usati nella trasformazione degli alimenti e dall’uso dell’acqua clorata in tal senso.
Questo procedimento riguarda principalmente la lavorazione di frutta e verdura, dove la quantità di clorato maggiore si registra principalmente nelle versioni surgelate. Tuttavia, il maggiore apporto di clorato può arrivare dall’acqua potabile. Secondo le stime, un neonato può subire un’esposizione cronica fino al 60%.
I rischi per la salute
L’Efsa distingue tra esposizione cronica ed esposizione acuta. Nel primo caso, un’assunzione giornaliera maggiore ai 3 mg/kg di peso corporeo potrebbe inibire l’assorbimento dello iodio.
Nel secondo caso, invece, si parla di tossicità: l’assunzione elevata di clorato in un solo giorno potrebbe inibire la capacità del sangue di assorbire ossigeno e quindi degenerare in insufficienza renale.
