Tregua a Gaza slittata per "problemi tecnici" sugli ostaggi? Netanyahu: "Senza liste niente cessate il fuoco"
Il ritardo nella consegna della lista degli ostaggi israeliani da liberare oggi ha provocato uno slittamento dell’inizio della tregua a Gaza
La tregua nella Striscia di Gaza, prevista per oggi alle 7:30 italiane, non è entrata in vigore all’orario previsto, ma è slittata di circa tre ore. I bombardamenti israeliani sono proseguiti e, secondo fonti palestinesi, hanno provocato 8 morti. Il primo ministro israeliano Netanyahu ha annunciato l’inizio del cessate il fuoco per le 10:15, dopo aver confermato di aver ricevuto i nomi dei tre ostaggi che Hamas libererà in giornata.
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Tregua a Gaza, i motivi dello slittamento
L’esercito israeliano (Idf) ha fatto sapere che le operazioni militari nella Striscia sono proseguite “contro obiettivi terroristici” nel nord e nel centro di Gaza. Secondo Al Jazeera gli attacchi di questa mattina, domenica 19 gennaio, hanno provocato tre morti a Gaza City.
Fonti di Hamas, invece, parlano di 8 vittime provocate dai bombardamenti. Su Telegram l’Idf ha annunciato che “l’esercito non permetterà che venga arrecato alcun danno ai cittadini di Israele”.
Fonte foto: ANSA
Una casa bombardata a Gaza
Gaza, il ritardo nella consegna della lista degli ostaggi
La tregua negoziata nei giorni scorsi tra Israele e Hamas, con la mediazione americana, egiziana e del Qatar, sarebbe dovuta entrare in vigore oggi alle 7:30 italiane. Ma un ritardo nella consegna della lista degli ostaggi israeliani, spiegato da Hamas come un “disguido tecnico sul terreno”, ha rimandato il cessate il fuoco.
Le notizie si sono susseguite in rapida sequenza nelle prime ore della mattina di domenica 19 gennaio. Prima un alto funzionario di Hamas che ha detto all’AFP che a breve Israele avrebbe ricevuto i nomi dei tre ostaggi da rilasciare oggi. Poi la notizia riportata dall’emittente israeliana Channel 12 dell’effettiva consegna della lista a Israele.
Successivamente Hamas in una dichiarazione ha detto che rilascerà oggi gli ostaggi Romi Gonen (24), Emily Damari (28) e Doron Steinbrecher (31). Infine, la conferma ufficiale arrivata da Netanyahu della ricezione della lista, e quindi l’annuncio dell’inizio della tregua alle 10:15 italiane, circa tre ore dopo quanto previsto inizialmente.
Tregua a Gaza, Netanyahu perde il sostegno di Ben-Gvir
La prima fase dell’accordo, della durata di sei settimane, prevede il rilascio di 33 ostaggi israeliani in cambio di 737 prigionieri palestinesi, anche se l’Egitto parla del rilascio di oltre 1.890 prigionieri attualmente detenuti nelle carceri israeliane.
La parte più intransigente del governo israeliano si è detta fin dall’inizio contraria al cessate il fuoco a Gaza. Non a caso Ben-Gvir, ministro della Sicurezza nazionale, ha annunciato le sue dimissioni e quelle degli altri suoi ministri dal governo guidato da Benjamin Netanyahu.
Nelle ore precedenti, secondo media considerati vicini ad Hamas, l’esercito israeliano aveva cominciato il ritiro delle truppe cominciando dal corridoio Philadelphia, al confine tra Gaza e l’Egitto. Lo stesso Netanyahu, però, ha ricordato chiaramente che la tregua è “provvisoria” e Israele si riserva di ricominciare le operazioni militari in caso di mancato rispetto dell’accordo.
