Tre italiani rapiti in Mali, con loro "uomini armati": si tratta di una coppia e un bambino
Tre italiani sono stati rapiti in Mali da uomini armati. La Farnesina attiva l'Unità di crisi
Tre italiani sono stati rapiti in Mali. A renderlo noto è l’agenzia di stampa internazionale Agence France Presse, che cita fonti locali. Stando alle prime informazioni, i tre italiani sono stati rapiti insieme a un togolese da “uomini armati”. Il ministero degli Esteri italiano ha confermato la notizia e a stretto giro ha attivato l’Unità di crisi, riporta il Corriere della sera.
Famiglia di italiani rapiti in mali: chi sono
Gli italiani rapiti sarebbero un uomo e una donna, testimoni di Geova, insieme al loro bambino e al cittadino del Togo. Stando alle prime notizie, la famiglia avrebbe doppia nazionalità e sarebbe da tempo residente in Mali.
Secondo quanto riferito dalla Congregazione cristiana dei testimoni di Geova a La Repubblica, gli italiani rapiti potrebbero essere dei volontari. “Non abbiamo traccia di nostri fedeli in missione in quei luoghi”, hanno fatto sapere, aggiungendo: “Anche noi lo abbiamo appreso dalle fonti di informazione. Speriamo di avere notizie positive dai canali ufficiali”.
Il ministero degli Esteri attiva l’Unità di crisi
La Farnesina ha reso noto che “l’Unità di crisi del ministero degli Esteri sta compiendo le dovute verifiche e accertamenti” in merito alle notizie diffuse dall’Afp circa il rapimento della famiglia di italiani.
“Il ministro Di Maio – precisa il ministero degli Esteri – sta seguendo in prima persona l’evolversi della vicenda”.
Italiani rapiti in mali da “uomini armati”
Una fonte della sicurezza maliana, riportata dall’Afp, ha fatto sapere che “giovedì notte uomini armati hanno rapito tre cittadini italiani e un togolese (…) Stiamo facendo di tutto per ottenerne la liberazione”.
Il rapimento sarebbe avvenuto in località Sinzina, nel Sud del Paese.
La situazione in Mali
In Mali si sono verificati dal 2012 diversi attacchi di matrice jihadista, da parte di gruppi legati ad Al-Qaeda e all’Isis. La situazione è resa ancor più complicata dalle violenze di milizie e banditi che si proclamano formazioni di autodifesa.
I disordini sono iniziati nel 2012 nel Nord del Paese e si sono poi estesi al Burkina Faso e al Niger, dove peraltro qualche anno fa sono stati rapiti altri italiani, poi liberati nel 2020.
Sono migliaia le morti tra civili e militari, nonostante l’intervento di forze Onu, francesi e africane.