TikTok vietato negli Usa se la proprietà cinese non lo vende, quale futuro per l'app dopo il ricorso respinto
L'app TikTok vietata negli Usa: la Corte d'Appello respinge il ricorso della società cinese, cosa succede ora
La Corte d’Appello del Distretto della Columbia ha respinto il ricorso presentato da TikTok per scongiurare il divieto dell’utilizzo dell’app negli Usa. I giudici Sri Srinivasan, Neomi Rao e Douglas Ginsburg, dopo aver valutato attentamente il caso e le rispettive posizioni dell’azienda e del Dipartimento di Giustizia, hanno di fatto confermato la legge siglata dal presidente Joe Biden lo scorso aprile. Legge che ha sancito che la piattaforma sarà bandita in tutta l’America a partire dal prossimo gennaio a meno che non venga venduta a una società statunitense. TikTok ha già fatto sapere che è intenzionata a presentare un nuovo ricorso alla Corte Suprema.
- App TikTok vietata negli Usa: ricorso respinto, le motivazioni
- Perché gli Usa bandiranno TikTok se non diventerà americana
- La soluzione alternativa proposta da TikTok
App TikTok vietata negli Usa: ricorso respinto, le motivazioni
La Corte che ha rigettato il ricorso ha spiegato che “gli sforzi pluriennali di entrambi i rami politici per indagare sui rischi per la sicurezza nazionale posti dalla piattaforma TikTok e per prendere in considerazione i potenziali rimedi proposti da TikTok, pesano fortemente a favore della legge“.
Nelle conclusioni della sentenza i giudici affermano di sapere che questa decisione “ha implicazioni significative per TikTok e i suoi utenti” che, a meno che il governo americano opti per una proroga della legge, dal 19 gennaio “dovranno trovare mezzi di comunicazione alternativa”.
La sede della Corte d’Appello del Distretto della Columbia
Tiktok aveva deciso di rivolgersi alla Corte Suprema per rovesciare la legge del Congresso. La piattaforma ha motivato il suo appello sostenendo che la legge viola il primo emendamento della Costituzione americana, quello sulla libertà d’espressione.
Perché gli Usa bandiranno TikTok se non diventerà americana
Come si è arrivati a questo punto, ossia all’aut auto proposto a TikTok? Secondo gli Usa l’algoritmo dell’app è il problema principale. Motivo? Tutto ruota attorno alla seguente domanda: i dati raccolti dalla piattaforma e il suo funzionamento sono gestiti dalla sede americana dell’app oppure sono controllati dalla casa madre cinese?
Per gli Stati Uniti è una questione di sicurezza nazionale. Il sospetto è che TikTok abbia legami con il governo centrale di Pechino. Tra l’altro in Cina c’è una legge che obbliga, laddove l’esecutivo lo volesse, a cedere al governo i dati conservati nei server. C’è da dire che gli Usa non hanno dimostrato che TikTok abbia fornito dei dati americani a Pechino.
La soluzione alternativa proposta da TikTok
La piattaforma aveva tentato di proporre una soluzione alternativa, il “Project Texas“. In che cosa avrebbe dovuto consistere? Portare tutti i dati degli utenti americani negli Stati Uniti, nei server di una società americana, individuata in Oracle. Tale proposta, però, non è andata a buon fine.
Da quando Biden ha firmato la legge che obbliga ByteDance, ossia la casa madre cinese di TikTok, a vendere l’app a una società americana, pena il bando, l’azienda asiatica ha tempo nove mesi per trovare un possibile acquirente. I nove mesi scadono il 19 gennaio.
Si parla di una realtà che è una potenza in America, basti pensare che TikTok, a oggi, è usata da 170 milioni di utenti americani.