Terremoto in Myanmar e Thailandia, il racconto dello chef: "Molto spavento, qui non siamo abituati"
Scossa 7.7 in Myanmar. Uno chef italiano racconta la paura, mentre Oms e MSF sono pronti a intervenire per l'emergenza sanitaria
Dopo il terremoto che ha colpito Myanmar e Thailandia, lo chef italiano Angelo Belluzzi racconta la paura vissuta a Bangkok. Intanto si attivano Oms e MSF per i soccorsi.
La testimonianza dello chef italiano
“Non è stata una scossa fortissima, ma qui non siamo abituati a situazioni del genere”, racconta Angelo Belluzzi, chef italiano che vive e lavora a Bangkok. Insegna in una scuola di cucina e ha vissuto in prima persona i momenti di paura seguiti alla scossa di magnitudo 7.7 che ha colpito il Myanmar.
“Erano circa le 14, ci hanno fatto uscire subito dall’edificio, non siamo potuti rientrare in classe. Tanta confusione, molto spavento”, aggiunge. Le autorità locali hanno reagito con prontezza: scuole, trasporti pubblici e centri commerciali sono stati chiusi per precauzione.

A Bangkok è stato dichiarato lo stato di emergenza e, secondo le prime informazioni, è crollato anche un grattacielo in costruzione. “Ora la situazione sembra tornare alla normalità, ma l’impressione è stata forte”, conclude Belluzzi.
Oms dichiara il supporto
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha attivato il proprio sistema di gestione delle emergenze e ha iniziato a coordinare le operazioni da Ginevra. “Ci aspettiamo molte lesioni da trauma e ci prepariamo con medicinali e forniture”, ha dichiarato la portavoce Margaret Harris.
L’Oms ha già mobilitato il centro logistico di Dubai per far partire i primi aiuti verso il Myanmar, dove le infrastrutture sanitarie potrebbero essere state gravemente danneggiate.
La priorità è curare i feriti e garantire accesso ai medicinali essenziali. E mentre si contano almeno 144 morti e oltre 700 feriti, la Croce Rossa ha avviato una raccolta fondi e anche Papa Francesco ha espresso il suo dolore per la tragedia.
MSF pronti a intervenire per le cure
Medici Senza Frontiere ha dichiarato di essere pronta a intervenire “su larga scala” nelle aree colpite dal terremoto, in Myanmar e anche in Thailandia. I team sono in attesa dell’autorizzazione ufficiale per entrare nelle zone più colpite e fornire assistenza medica d’urgenza.
“Temiamo per le condizioni di chi ha perso casa e accesso all’acqua potabile”, spiegano da MSF, sottolineando i rischi legati alla diffusione di malattie e alla mancanza di cure. Per ora, tutti gli operatori MSF presenti nei due Paesi risultano al sicuro.
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