Svolta nella strage di Erba dopo lo scontro tra magistrati sulla revisione del processo a Olindo e Rosa
Perché si sta parlando nuovamente della strage di Erba: è scontro tra magistrati
La procura della Repubblica del tribunale di Como si è pronunciata in merito alla richiesta di revisione del processo relativo alla strage di Erba. Richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale della Corte d’Appello di Milano
- Coniugi romano, tre gradi di giudizio hanno confermato la loro colpevolezza
- Le confessioni di Olindo e Rosa seguite dalla ritrattazione
- Astori contro Cuno Tarfusser
Coniugi romano, tre gradi di giudizio hanno confermato la loro colpevolezza
“Stupisce – fanno sapere dalla procura di Como – che la proposta di revisione sia stata rapidamente e interamente divulgata, prima della sua trasmissione all’Autorità competente a valutarla… che la premessa dell’atto menzioni la collaborazione delle difese e il ricorso a non meglio precisate “fonti aperte”, che nell’atto siano contenute espressioni di accusa di condotte illegittime a carico dei magistrati della Procura di Como”.
In cinque dense pagine il procuratore di Como Massimo Astori ha replicato punto per punto ai dubbi sollevati di recente sul caso. Non solo: ha anche risposto alle accuse di condotte abusive e illegittime nella gestione del processo a carico dei magistrati della procura di Como.
Sono tre i temi su cui Astori si è soffermato: in primis ha evidenziato che la colpevolezza dei coniugi Romano, Rosa Bazzi e Olindo Romano, “è stata affermata nei tre gradi di giudizio previsti dal codice di procedura penale (Corte d’Assise di Como 26.11.2008, Corte d’Assise d’Appello di Milano 20.04.2010, Corte di Cassazione 3.5.2011)”.
Quindi Astori ha rimarcato che le prove raccolte dalla pubblica accusa sono state accolte dai giudici con “valutazioni ampiamente positive”; infine ha posto attenzione sulle “corpose e approfondite sentenze che hanno motivato la condanna all’ergastolo di entrambi gli imputati”, la cui lettura “non lascia spazio a perplessità”.
Le confessioni di Olindo e Rosa seguite dalla ritrattazione
Astori ha anche tenuto a ricordare che ci sono le confessioni della strage da parte di Rosa Bazzi e Olindo Romano. Confessioni “dettagliate sino alla descrizione di ogni minimo e più atroce particolare… spontanee, coerenti, e non indotte da suggerimenti o altro”.
Rosa Bazzi e Olindo Romano alla Corte d’Appello di Brescia
Le rivelazioni sono state inoltre seguite da “ulteriori dichiarazioni e da appunti manoscritti contenenti chiare ammissioni vergati da Olindo Romano”. La ritrattazione delle posizioni effettuata dai coniugi sarebbe stata invece, ad avviso di Astori, “il frutto di un cambio di strategia processuale“.
Astori ha anche spiegato che nel corso delle tre fasi di giudizio i giudici hanno sempre affermato “la correttezza dell’operato del pubblico ministero e dell’Arma dei carabinieri che, nella fase delle indagini preliminari, hanno raccolto prove materiali, documentali, dichiarative, scientifiche e logiche incontestabili (non certo le sole confessioni)”. Prove a cui è seguito, da parte dei giudici in tutte e tre le fasi di giudizio, il riconoscimento della “irrilevanza delle argomentazioni di segno opposto”.
Astori ha quindi commentato le richieste di rimessione ad altro giudice e di ricusazione avanzate dalla difesa nel tentativo di “mettere in dubbio l’imparzialità e la serenità di giudizio della Corte d’Assise di Como”.
Tali richieste sono state rigettate in due differenti pronunce della Corte di Cassazione in data 16.7.2008 e 30.9.2008. Opportuno inoltre rimarcare che i giudici competenti, chiamati più volte a esprimersi, hanno confermato “l’assenza di alterazioni” delle fonti di prova. Sempre i giudici hanno certificato “la trasparenza dell’attività di raccolta di materiale probatorio (in particolare delle confessioni, delle dichiarazioni di una parte offesa, delle tracce biologiche)” e per concludere hanno riconosciuto la “corretta acquisizione degli elementi d’accusa”.
Astori contro Cuno Tarfusser
Nel comunicato siglato da Astori un’altra puntualizzazione chiave è quella relativa alle espressioni usate nella proposta di revisione del sostituto procuratore generale Cuno Tarfusser (“contesto che definire malato è un eufemismo” in riferimento alle indagini; “condanna pronunciata in conseguenza di falsità in atti”; “…grimaldelli per convincere i fermati a confessare”; “manipolazioni da parte dei Carabinieri”) ritenute dal procuratore del tribunale di Como “accuse di condotte abusive ed illegittime, se non di veri e propri reati, a carico dei magistrati della Procura di Como, a distanza di 16 anni dai fatti, senza giustificazione alcuna”.