Svolta nell'omicidio Piersanti Mattarella, fratello del Presidente Sergio: 2 indagati dopo 45 anni. Chi sono
Sono emersi due nuovi nomi tra gli indagati dell'omicidio di Piersanti Mattarella. L'allora presidente della Sicilia fu assassinato a Palermo nel 1980
Svolta nelle indagini sull’omicidio dell’allora governatore della Sicilia Piersanti Mattarella, assassinato il 6 gennaio 1980 a Palermo. Due nuovi nomi (entrambi legati alla mafia) sono infatti emersi tra le fila degli indagati per la morte del fratello dell’attuale presidente della Repubblica. Per il crimine erano già stati condannati i mandanti, dei componenti della Cupola di Cosa nostra, mentre erano stati assolti – dopo essere finiti sotto inchiesta – Gilberto Cavallini e Valerio Fioravanti.
L’omicidio di Piersanti Mattarella a Palermo
L’omicidio di Piersanti Mattarella avvenne a Palermo, in via della Libertà, una delle principali arterie della città. Era la mattina del 6 gennaio 1980, intorno alle 12.30, quando Mattarella, presidente della Regione Sicilia, stava per recarsi alla messa dell’Epifania con la moglie, i due figli e la suocera.
Appena salito a bordo della sua Fiat 132, parcheggiata sotto casa, un commando di killer si avvicinò all’auto. Uno di loro, armato di rivoltella calibro 38, si affacciò al finestrino del lato guida e aprì il fuoco. Mattarella fu colpito da diversi proiettili, riportando ferite mortali. Nonostante il tentativo di fuga dell’auto, guidata dalla moglie, il presidente morì poco dopo.
Il luogo e la macchina in cui venne ucciso Piersanti Mattarella nel 1980
La dinamica dell’omicidio dimostrò la spietatezza e la precisione del commando mafioso. La scelta del luogo, una zona centrale e frequentata, fu un messaggio intimidatorio, mirato a colpire pubblicamente un simbolo della lotta alla corruzione e all’infiltrazione mafiosa nella scena politica siciliana.
Le indagini
Sul delitto indagò il magistrato Giovanni Falcone, il quale – in seguito a una lunga istruttoria – puntò sul coinvolgimento del terrorismo nero come esecutore materiale. L’indagine fu caratterizzata da depistaggi e false informazioni.
Secondo Falcone, tuttavia, c’era anche “una matrice mafiosa nel delitto Mattarella”. I sicari vennero a lungo coperti e si arrivò a pensare che a sparare potessero essere stati uomini che non appartenevano a Cosa nostra. Si parlò anche di “mandanti esterni”.
Nel 1990 il giudice dichiarò in Commissione antimafia che l’uccisione di Piersanti Mattarella dovesse presupporre “un coacervo di convergenze di interessi di grandi dimensioni”.
Due nuovi indagati nell’inchiesta
Ora, a distanza di quasi 45 anni dai fatti, potrebbe arrivare la svolta.
Come rivelato da Repubblica, infatti, la procura di Palermo (guidata da Maurizio de Lucia insieme all’aggiunto Marzia Sabella) ha raccolto nuove rivelazioni, dati e riscontri a proposito dell’assassinio del fratello dell’attuale presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Tutte le informazioni emerse, naturalmente coperte dal massimo riserbo, rafforzerebbero il quadro dell’accusa nei confronti dei due nuovi indagati.