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Striano e gli 007, dalle aziende italiane guidate dai russi ai cardinali spiati: l'inchiesta sul dossieraggio

Novità nel caso di dossieraggio Striano-Laudati: emersi presunti legami con 007. Tra i dati sensibili anche quelli su aziende gestite dai russi

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L’inchiesta della Procura di Perugia su dossieraggi e fughe di notizie all’interno della Direzione nazionale antimafia (Dna) si fa sempre più intricata e coinvolge figure di spicco dei servizi segreti e del mondo imprenditoriale e religioso. Al centro delle indagini ci sono il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano e l’ex sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati, accusati di accessi illeciti alle banche dati della Dna per raccogliere informazioni riservate e compromettenti su personaggi di alto profilo. La novità vede un presunto legame tra Striano e un agente dei servizi segreti italiani all’estero (AISE).

Il coinvolgimento degli 007

Una delle novità più rilevanti riguarda il coinvolgimento di un agente dell’AISE, i servizi segreti italiani per l’estero, che risulterebbe vicino a Striano. Il funzionario avrebbe richiesto a Pasquale Striano dati sensibili su un sacerdote molto influente.

Striano, comandante del gruppo che si occupava delle Segnalazioni di Operazioni Sospette (Sos) in tema di antiriciclaggio, avrebbe ottenuto informazioni sui movimenti anomali di denaro riguardanti il sacerdote.

Inchiesta dossieraggioFonte foto: ANSA
Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Raffaele Cantone (sinistra) durante l’audizione nella Commissione Parlamentare per la Sicurezza (Copasir) a Palazzo San Macuto (Roma, 7 marzo 2024)

La segnalazione ha portato alla scoperta di un assegno di 148mila euro e cospicui movimenti di contante sul conto del religioso, associato allo IOR, la banca del Vaticano.

Dalle aziende italiane ai legami con i russi

Tra i numerosi file scaricati illegalmente da Striano, spicca un documento delicato, contenente informazioni su 500 imprese italiane gestite da russi.

La rivelazione dei legami tra aziende italiane e la Russia, in un periodo storico di forti tensioni internazionali, potrebbe avere ripercussioni sulla politica e l’economia italiana.

Nel complesso, oltre 33.528 file sono stati sottratti dalle banche dati della Dna. Questi coprono un’ampia gamma di personalità, dai politici agli imprenditori, fino ai vip dello spettacolo e dello sport. I dati, secondo gli investigatori, potrebbero essere usati per scopi di ricatto o manipolazione, data la loro natura estremamente sensibile.

I mandanti e il rischio di ricatti

Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, ha espresso dubbi sul fatto che Striano stesse agendo da solo o esclusivamente per favorire la stampa, come sembrava suggerire l’iniziale diffusione di alcune informazioni sui giornali. Al contrario, Cantone sospetta che Striano fosse al servizio di mandanti ancora non identificati, che potrebbero aver sfruttato le informazioni per scopi illeciti o di ricatto.

A complicare ulteriormente la vicenda, vi è il fatto che molti di questi documenti non sono stati ritrovati sui dispositivi di Striano. Il tenente avrebbe cancellato numerose chat e conversazioni, soprattutto con giornalisti e investigatori privati. La Procura ha intenzione di procedere con una rogatoria verso Meta, la società che gestisce WhatsApp, nel tentativo di recuperare i dati eliminati.

L’11 settembre prossimo, il caso verrà trattato dalla commissione parlamentare Antimafia, dopo che Cantone ha deciso di inviare gli atti dell’inchiesta in segno di polemica contro il giudice per le indagini preliminari, che aveva respinto la richiesta di arresto per Striano e Laudati. Secondo Cantone, entrambi potrebbero continuare a compiere reati o inquinare le prove a loro carico, mettendo a rischio il prosieguo delle indagini.

striano-007 Fonte foto: ANSA
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