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Inchiesta dossieraggio a Perugia su politici e vip: parla Nello Trocchia, uno dei giornalisti indagati

Uno dei tre giornalisti indagati nell'inchiesta del presunto dossieraggio sui politici e vip a Perugia, Nello Trocchia, chiarisce la sua posizione

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Cresce il polverone politico sulle indagini relative al presunto dossieraggio ai danni di politici e vip. Mentre l’inchiesta finisce sul banco della commissione Antimafia e del Copasir, spunta l’ipotesi di un mandante dietro le ricerche abusive effettuate dal luogotenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, che secondo la Procura di Perugia avrebbe consultato informazioni sensibili di decine di personaggi noti della politica e vip, dallo spettacolo allo sport: da Cristiano Ronaldo a Matteo Renzi, da Fedez a Marta Fascina, compresi 5 ministri e alcuni sottosegretari del Governo Meloni. Tra gli indagati risultano anche tre giornalisti del quotidiano Domani, Giovanni Tizian, Stefano Vergine e Nello Trocchia, con quest’ultimo che ha espresso la sua posizione in tv a Otto e mezzo.

Le parole di Nello Trocchia sul dossieraggio

“Non c’è nessun spionaggio e nessun dossieraggio da parte dei giornalisti – ha spiegato il giornalista a Lilli Gruber – per una ragione molto semplice: lo spione o colui che fa dossier, archivia il materiale, lo utilizza per finalità personali o per ricattare le persone”.

“Stefano Vergine, Giovanni Tizian ed io, che siamo indagati, abbiamo fatto unicamente il nostro dovere, quello di raccogliere e verificare delle notizie e, se di interesse pubblico, pubblicarle” ha rivendicato Trocchia, respingendo le accuse “Che non ci siano dossier lo dice anche la procura di Perugia” ha sottolineato la firma del quotidiano Domani.

L’inchiesta di Perugia su Crosetto

Ospite a Otto e mezzo, Trocchia ha chiarito da dove avrebbero avuto avvio le indagini di Perugia sul presunto dossieraggio. “Abbiamo pubblicato un’inchiesta di rilevante interesse pubblico, a nostro avviso, riguardante il ministro della Difesa Guido Crosetto” ha raccontato.

“In particolare, Tizian e il nostro direttore Fittipaldi – è la ricostruzione – avevano pubblicato una notizia di compensi che Crosetto aveva ricevuto da Leonardo (società del settore della difesa e dell’aerospazio partecipata dal Mef, ndr.) come consulente, quasi un milione di euro”. “Successivamente Crosetto è diventato ministro della Difesa, che ha come principale fornitore proprio Leonardo” ha spiegato ancora Trocchia.

Dossieraggio su politici e vip, Nello Trocchia a Otto e mezzo: parla uno dei giornalisti indagatiFonte foto: ANSA

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto

“Notizia inedita, vera e di interesse pubblico e l’abbiamo pubblicata” ha detto il cronista, sottolineando che “il giornalista quando fa un’inchiesta chiede alle fonti che ha disposizione, verifiche, notizie, carte e documenti, poi li riscontra e li pubblica”.

La posizione sull’inchiesta di dossieraggio

“Il punto vero è che questa inchiesta parte da un’indagine che nasce da un esposto del ministro Guido Crosetto” il quale “non ci addebita una diffamazione, la pubblicazione di una notizia falsa” ma chiede alla procura di trovare le fonti che hanno rilevato quegli elementi e dati relativi ai compensi del ministro.

Parliamo di una fuga di notizie” ha evidenziato Trocchia risalendo a monte dell’inchiesta sul presunto dossieraggio a politici e vip, “quello su cui si basa il giornalismo di inchiesta da quando è nato”.

“Noi rispondiamo di concorso in accesso abusivo a banche dati e rivelazione di segreto” ha chiarito il giornalista del Domani, spiegando che “quello che è evidente dalle carte è che ci sono stati degli invii di documenti da parte del finanziere anche alla mia casella di posta elettronica e di altri colleghi, ma riguardanti soltanto il ministro Crosetto.”

“Sul fatto che le informazioni siano state ottenute in modo illegale non ne dobbiamo rispondere noi – è la conclusione di Trocchia – Noi abbiamo due obblighi: tutelare le fonti e il dovere di verificare le notizie e pubblicarle se vere e di interesse pubblico. Noi questo abbiamo fatto”.

“Perché se iniziamo a dare la caccia alle fonti e, evidentemente, troviamo una violazione sull’accesso a una banca dati e sulla consultazione dell’atto e quella violazione la contestiamo anche ai giornalisti – è l’avvertimento – il giornalismo d’inchiesta è finito“.

nello-trocchia-giornalista-inchiesta-dossieraggio Fonte foto: ANSA
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