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Spari contro la troupe di Pomeriggio Cinque a Cosenza, il racconto dell'inviato: "Vivi per miracolo"

Una troupe di Pomeriggio Cinque si trovava in provincia di Cosenza per un servizio sui bambini maltrattati. Improvvisamente è stata raggiunta da spari

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"Ci hanno esploso alle spalle tre colpi di arma da fuoco", queste le parole pronunciate con voce tremante da Vincenzo Rubano, l’inviato di Pomeriggio Cinque in collegamento da Paola, in provincia di Cosenza. Pochi istanti prima la troupe è stata raggiunta da spari mentre stava registrando un servizio. Sul posto sono arrivati i carabinieri con i giubbotti antiproiettile.

Spari contro la troupe di Pomeriggio Cinque

Dagli studi di Pomeriggio Cinque Myrta Merlino si è collegata con Vincenzo Rubano, l’inviato a Cosenza per un servizio sul caso dei bambini maltrattati sul quale sta indagando la Procura.

Rubano si trovava di fronte al cancello di una villetta quando improvvisamente la troupe è stata raggiunta da tre colpi di arma da fuoco. A raccontare il fatto è lo stesso inviato, che parla di "un’aggressione inaspettata e violenta".

Il gruppo ha trovato riparo "dietro il muro di una villetta" e ha immediatamente chiamato i carabinieri che sono arrivati poco dopo con il giubbotto antiproiettile.

I militari hanno subito circondato l’area interessata e sono entrati dentro l’abitazione in cui vivevano i piccoli. Le immagini registrate nel momento degli spari sono state mandate in onda durante il collegamento. Nel video si può sentire una delle esplosioni. L’operatore ha immortalato anche l’arrivo dei carabinieri e il loro ingresso nella villetta.

Il racconto dell’inviato

Vincenzo Rubano, che per il collegamento si è spostato di fronte alla caserma dei carabinieri di Paola, racconta che in quel momento si trovava di fronte alla villetta in cui si sarebbero consumati i maltrattamenti ai danni di due fratellini di 2 e 4 anni. Il suo intento era intervistare il padre dei due bambini, attualmente agli arresti domiciliari per reati legati al mondo della droga.

Mentre si accingeva a suonare il citofono alcuni vicini lo avrebbero avvertito: "Fate attenzione, lui a volte è molto aggressivo". Quindi l’inviato e la troupe si sono avvicinati "con molta cautela", poi avrebbe citofonato senza ottenere risposta. All’ennesimo esito negativo avrebbero fatto dietrofront per allontanarsi e proprio in quel momento sarebbero cominciati gli spari. Rubano e la sua troupe sarebbero stati "sfiorati dai proiettili", ma quando si sono voltati non avrebbero visto nessuno. Sul posto, infine, sono arrivate almeno dieci auto dell’arma.

Le indagini

Secondo un’indiscrezione fornita dallo stesso inviato all’interno dell’abitazione dell’uomo i carabinieri avrebbero sequestrato un fucile. Non è dato sapere, per il momento, se contro l’uomo siano stati previ provvedimenti.

Rubano fa notare, inoltre, che nel complesso abitativo in cui si trovava sono presenti numerose telecamere di videosorveglianza che potrebbero aver immortalato l’aggressione.

Il caso dei fratellini maltrattati vicino Cosenza

Il quadro delle responsabilità nel caso che ha sconvolto la provincia di Cosenza è ancora da definire. Secondo le notizie, le indagini sarebbero scattate dopo l’ennesimo ingresso in pronto soccorso per i due fratellini.

Nelle ultime due settimane la madre li avrebbe portati in ospedale almeno due volte, ma non sarebbero state le uniche. Ogni volta la donna derubricava le ferite presentate dai piccoli come piccoli incidenti domestici, ma i medici si sono trovati spesso di fronte a fratture, bruciature di sigaretta e altre lesioni.

Per questo motivo i sanitari hanno fatto partire la segnalazione ai carabinieri e ai servizi sociali. Il primo quadro emerso è agghiacciante: contro i piccoli sarebbero state commesse ripetute violenze. Per questo motivo le autorità hanno immediatamente allontanato i bambini dalla madre (22 anni) e la nonna (45) trasferendoli in una struttura protetta, mentre la Procura dei Minori ha subito provveduto a cancellare la potestà genitoriale per la giovane mamma e il suo compagno, un pregiudicato agli arresti domiciliari.

Secondo gli investigatori il vero responsabile dei maltrattamenti sarebbe l’uomo mentre le due donne avrebbero sempre coperto e mascherato le violenze. La madre e la nonna delle vittime respingono ogni attribuzione.

pomeriggio-cinque-cosenza-spari Fonte foto: Mediaset
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