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Sharon Verzeni, Moussa Sangare identificato dai carabinieri tramite un frame: ecco la foto in bicicletta

Il frame che ha incastrato Moussa Sangare, presunto assassino di Sharon Verzeni. Dopo l'omicidio si è allontanato contromano con la bicicletta

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I carabinieri hanno reso pubblico il frame che ha incastrato Moussa Sangare, presunto assassino di Sharon Verzeni che ha confessato l’omicidio di Terno d’Isola. Nel fotogramma vediamo il 30enne a bordo della sua bicicletta mentre si allontana da via Castegnate, luogo in cui la 33enne è stata colpita mortalmente da quattro fendenti mentre faceva una passeggiata notturna. Sangare è stato inquadrato da una videocamera di sorveglianza, e proprio grazie a quella brevissima sequenza i carabinieri sono stati in grado di risalire alla sua identità.

Il frame che ha incastrato Moussa Sangare

Un frame, una soluzione. Intorno all’1 della notte tra il 29 e il 30 luglio un uomo in bicicletta è stato inquadrato da una telecamera di videosorveglianza mentre si allontanava velocemente da via Castegnate.

Nel fotogramma in bianco e nero diffuso dall’ufficio stampa dei carabinieri, in effetti, vediamo una persona a bordo di una bicicletta passare accanto a un porticato, le mani salde sul manubrio e le sembianze nascoste dalla notte.

omicidio sharon verzeni moussa sangareFonte foto: ANSA
Il luogo in cui si è consumato l’omicidio di Sharon Verzeni nella notte tra il 29 e il 30 agosto. Il 30enne Moussa Sangare ha confessato, ma non ha fornito un movente

Eppure gli inquirenti sono riusciti a identificare il 30enne proprio da quel frame, riconoscendolo dagli abiti indossati e dal modello della bicicletta con la quale aveva raggiunto via Castegnate per poi dileguarsi contromano.

Secondo la sua confessione, quella notte avrebbe notato Sharon Verzeni per puro caso in via Castegnate, quindi avrebbe invertito il senso di marcia e avrebbe improvvisamente colpito la donna con il chiaro intento di ucciderla. Dai rilievi degli inquirenti è emerso che dopo l’aggressione si sarebbe liberato dagli abiti insanguinati e dai coltelli (presumibilmente più di uno) a ridosso dell’Adda. I reperti sono a disposizione dell’autorità giudiziaria.

L’assenza di un movente

Moussa Sangare non è stato in grado di spiegare i motivi che l’hanno indotto a uccidere Sharon Verzeni. Ai militari ha detto: “L’ho incontrata e l’ho uccisa, non so spiegare come sia successo” e ha confessato che quella notte era uscito sentendo “l’impulso di accoltellare“, ha riferito la procuratrice Rota durante la conferenza stampa. L’uomo non conosceva la vittima, non aveva legami col mondo dello spaccio e non apparteneva ad alcuna organizzazione religiosa.

Sangare è un cittadino italiano nato da genitori originari del Mali. Incensurato, è indagato per maltrattamenti. Nel momento dell’omicidio era disoccupato e viveva a Suisio, in provincia di Bergamo. Secondo le indiscrezioni sarebbe affetto da disturbi psichici non certificati.

La procuratrice Rota ha sottolineato che Sharon Verzeni si trovava “nel posto sbagliato al momento sbagliato, poteva essere la signora Verzeni o uno di noi che passavamo di lì”.

I due testimoni e i due ragazzini minacciati

I carabinieri sono arrivati all’identità di Sangare anche grazie alla testimonianza di due uomini, entrambi di origine marocchina, che durante le indagini hanno dichiarato che quella notte c’era “una presenza strana“. Gli inquirenti avevano approfondito, ma la figura segnalata era risultata estranea ai fatti.

Tuttavia, la testimonianza aveva suggerito la pista dell’uomo in bicicletta che si è rivelato essere il presunto assassino di Sharon Verzeni. Inoltre, Sangare ha riferito che prima di uccidere la 33enne aveva minacciato due ragazzini di età compresa tra i 15 e i 16 anni.

Per questo motivo la procuratrice Rota ha rivolto un appello:

Approfitto per lanciare un invito a due ragazzini di 15-16 anni nei cui confronti il presunto autore del fatto di sangue, come da lui dichiarato, prima di scegliere e individuare a caso come vittima la signora Verzeni avrebbe puntato il coltello minacciandoli. Erano presenti sulla scena del crimine e a oggi non si sono ancora presentati. Li invito a presentarsi in una caserma affinché forniscano un riscontro a quanto acquisito.

assassino-omicidio-sharon-verzeni Fonte foto: Ufficio Stampa Carabinieri
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