Secondo caso di influenza aviaria H5N1 trasmessa all'uomo negli Usa in Michigan: quali sintomi ha avuto
Individuato il secondo caso di influenza aviaria H5N1 nell'uomo negli Usa: il paziente del Michigan ha gli stessi sintomi presenti nel primo caso riscontrato in Texas ad aprile
Un nuovo caso di influenza aviaria H5N1 nell’uomo è stato segnalata nel nord del Michigan, negli Usa: i sintomi che hanno colpito un addetto di un’azienda casearia sono i medesimi del caso precedente riscontrato meno di due mesi fa in un cittadino del Texas, ovvero problemi oculari. Il lavoratore texano era stato colpito da congiuntivite emorragica.
- Influenza aviaria H5N1, secondo caso negli Usa
- Il caso del Michigan
- Il rischio rimane basso
- Possibili nuovi casi di infezione umana
Influenza aviaria H5N1, secondo caso negli Usa
L’infezione è stata confermata dai Centers for Disease Control and Prevention (Cdc). Il secondo caso umano di influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità (Hpai A/H5N1) è associato all’epidemia che ha colpito le vacche da latte in diversi stati del Paese.
“Sulla base delle informazioni disponibili questa infezione non cambia l’attuale valutazione del rischio che l’influenza aviaria H5N1 rappresenta per la salute umana”, hanno dichiarato fonti del Cdc.
Il caso del Michigan
Al lavoratore del Michigan sono stati prelevati due campioni di materiale biologico, uno dal naso e l’altro dagli occhi.
Il campione nasale è risultato negativo al virus dell’influenza aviaria, mentre quello oculare è risultato positivo dopo essere stato inviato ai Cdc, i cui laboratori sono fra i pochi a poter sottoporre il materiale biologico a test specifici.
“Sono in corso tentativi di sequenziamento del virus nel campione oculare”, aggiungono dal Cdc. “Ulteriori analisi genetiche cercheranno” di capire se il patogeno mostra “eventuali mutazioni che potrebbero cambiare la valutazione del rischio da parte dell’agenzia”.
Il rischio rimane basso
Il rischio viene tuttavia considerato “basso per la popolazione generale“. Invece “corrono un rischio maggiore di infezione” le persone che per abitudine o per lavoro sono esposte alla presenza prolungata e non protetta con uccelli o altri animali infetti, compreso il bestiame. A rischio anche gli ambienti contaminati da uccelli o altri animali infetti.
Possibili nuovi casi di infezione umana
Il Cdc ritiene che potrebbero presto verificarsi altri casi negli Usa: “Considerati gli elevati livelli di virus H5N1 nel latte crudo delle mucche infette e l’entità della sua diffusione nelle vacche da latte potrebbero essere identificati ulteriori casi umani simili” a quelli che hanno già colpito due lavoratori del settore lattiero-caseario.