Scuola, ira delle Regioni: cambiano le indicazioni del governo
In base alle nuove indicazioni del governo, la soglia minima per il ritorno degli studenti a scuola è stata fissata al 50%
Cambiano ancora le indicazioni del governo sul ritorno tra i banchi di scuola degli studenti. Nella conferenza stampa del 16 aprile, il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva annunciato il rientro dei ragazzi a scuola in presenza, per l’ultimo mese di scuola, al 100%. Dopo la protesta delle Regioni, mercoledì, nel Consiglio dei Ministri che ha votato il Dl con l’astensione della Lega, la percentuale è stata fissata al 70%. Ora si registra un’ulteriore novità.
Secondo quanto ha garantito all”Adnkronos’ una fonte del governo, l’ultima indicazione del governo stabilisce che “uno studente su due tornerà in classe a partire da lunedì”, dal momento che “le Regioni e gli enti locali possono derogare al massimo al 50%, mai al di sotto”.
Ritorno a scuola: la protesta delle Regioni
Dopo la decisione adottata nel Consiglio dei Ministri, il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga aveva denunciato: “In Consiglio dei ministri è stato cambiato un accordo siglato tra istituzioni e questo è un precedente molto grave, non credo sia mai successo”.
Scuola, il chiarimento del ministro Gelmini
Nel pomeriggio, la ministra agli Affari regionali Maria Stella Gelmini aveva precisato: “Sulla didattica in presenza le Regioni avevano chiesto di partire dal 60% e in questo senso avevamo raggiunto un accordo. Draghi ha chiesto di fare uno sforzo ulteriore, ha posto un obiettivo minimo più alto, per cercare di far tutti meglio, ogni giorno. Nel decreto ci sarà scritto il 70%, ma non metteremo a rischio nessuno. Se non sarà possibile assicurare queste quote, Regioni ed enti locali potranno derogare. Stiamo lavorando per trovare la quadra”.