Salvini e la citofonata, la posizione del capo della polizia

“Stigmatizzo sia quelli che fanno giustizia porta a porta sia quelli che accusano la Polizia in maniera indiscriminata”. Con queste parole, riportate dall’Ansa, il capo della Polizia Franco Gabrielli ha risposto ai giornalisti, a margine di un convegno sulla sicurezza a Pordenone, che gli chiedevano un commento sul gesto di Salvini di citofonare a una casa privata a Bologna.

Parlando di criminalità e tecnologia, Gabrielli ha detto che “la battaglia è complicata: abbiamo una criminalità sempre più tecnologica, invasiva e pervasiva però credo anche che in questi anni le forze di polizia si siano dotate di strumenti, tecnologia, di saperi e di conoscenze che cercano in qualche modo di contrastare adeguatamente questi fenomeni”.

“È vero che abbiamo spesso una percezione di insicurezza – ha precisato – ma è anche vero che gli indici di pericolosità nel nostro paese stanno progressivamente diminuendo. Questo non significa che la criminalità ha deciso di renderci la vita più facile, ma che il contrasto è sempre più adeguato”.

“Quando si fanno delle attività investigative e si usano strumenti come la video sorveglianza dobbiamo sempre saperle conciliare con quelli che sono i diritti e le libertà, alle quali non dobbiamo mai rinunciare, in nome di nessuna sicurezza assoluta”, ha affermato Gabrielli.

“Molte delle questioni inerenti questa tematica  – ha spiegato – sono collegate ai tempi della detenzione del dato: esiste una legittima aspettativa rispetto al fatto che possa essere garantito, non dico il diritto all’oblio, ma che almeno i dati non vengano mantenuti in eterno, ma che devono essere in qualche modo sempre funzionali al perseguire reati e non a limitare i diritti e le libertà delle persone”.

Sulla vicenda del citofono c’è da registrare anche la provocazione del consigliere regionale lombardo del M5s Marco Degli Angeli che è andato a citofonare nella sede del Lega.

Fonte foto: Ansa