Rovigo, parla la prof impallinata da uno studente: "La preside mi ha tolto tre classi"
La vicenda di Maria Cristina Finatti, la prof colpita da proiettili di gomma in classe, continua: "La preside mi ha tolto tre classi"
La vicenda della prof impallinata dagli studenti a Rovigo, insegnante di Scienze presso l’Itis Viola Marchesini, continua a far discutere. In ultima battuta Maria Cristina Finatti – questo il nome della docente – ha rilasciato un’intervista in cui dichiara che la preside le avrebbe tolto tre classi, denunciando quindi un’assenza di solidarietà da parte dei colleghi.
- Prof impallinata dallo studente: "La preside mi ha tolto tre classi"
- Le conseguenze e i motivi del gesto
- Il commento della Littizzetto
Prof impallinata dallo studente: “La preside mi ha tolto tre classi”
Maria Cristina Finatti ha rilasciato un’intervista ‘Repubblica’ nella giornata di sabato 4 febbraio 2023. La sua vicenda ha avuto una grande risonanza nazionale, quasi una fotografia di ciò che succede in molte classi d’Italia e della condotta di alcuni studenti all’interno delle scuole.
La docente ha ripercorso, domanda per domanda, tutto ciò che è accaduto l’11 ottobre 2022 durante la lezione. Ne consegue un lungo sfogo sui suoi colleghi e sulla bufera che ha colpito la scuola. Maria Cristina Finatti lamenta, sostanzialmente, l’assenza di solidarietà da parte dei suoi colleghi ma soprattutto la decisione della preside.
Parla Maria Cristina Finatti, la prof impallinata da uno studente: “La preside mi ha tolto tre classi”
A ‘Repubblica’ riferisce: “La preside mi ha tenuto fuori da tutto, non so nulla dell’inchiesta interna. So che mi ha tolto tre classi, questo sì, di nove che ne avevo. Ho temuto che me le togliesse tutte e nove”.
Non è chiaro il motivo della scelta della preside, né sono note repliche da parte di quest’ultima. Per la precisione si è trattato di due spari, il secondo dei quali l’ha colpita vicino all’occhio. In questo lasso di tempo è entrata in gioco la preside, dalla quale la Finatti dice di essersi presentata subito dopo essere stata colpita dalla seconda esplosione.
La preside le avrebbe detto: “Vai a casa”, una risposta che la Finatti commenta così: “Mi sono sentita subito sola”.
Le conseguenze e i motivi del gesto
Il caso si sarebbe chiuso in fretta, ma il tritacarne WhatsApp, TikTok e tutte le altre piattaforme social le hanno consentito di dimostrare quanto dichiarava pubblicamente. A gennaio, infatti, la vicenda è finita sui quotidiani.
Tre degli alunni presenti in classe sarebbero stati sospesi per cinque giorni “con l’obbligo di frequentare un’associazione collegata all’Istituto”, con il principale responsabile – l’alunno dotato di fucile ad aria compressa – che sarebbe stato assegnato alla pulizia dell’aula.
“Una punizione sarebbe farli studiare”, commenta la Finatti. Dopo quell’episodio, tuttavia, racconta che nell’immediato aveva ricevuto la solidarietà dei colleghi nei corridoi della scuola, ma “nessuna solidarietà pubblica”.
In ogni caso, all’episodio ha fatto seguito una querela che la dirigente scolastica, in una lettera – scrive ‘Il Gazzettino’ – le avrebbe chiesto di ritirare dopo aver espresso la solidarietà della scuola, ma Maria Cristina Finatti è decisa ad andare avanti.
Il commento della Littizzetto
Negli ultimi giorni la vicenda ha ritrovato vigore di cronaca a seguito di un’esternazione di Luciana Littizzetto, che su Radio DJ aveva detto: “Se il professore riesce a essere empatico non gli sparano in classe”.
La legale della Finatti, Tosca Sambinelli, aveva risposto: “La Littizzetto ha perso un’occasione per stare zitta”, e la comica piemontese era stata aspramente criticata anche da Matteo Salvini.