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Razzo cinese in caduta sulla Terra precipita nell'Oceano Pacifico: esclusi frammenti sull'Italia

Il razzo cinese Long March è rientrato nell'atmosfera terrestre senza provocare alcun danno: l'allerta era stata diramata anche in Italia

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Allarme rientrato. Lo stadio centrale del razzo Long March che lo scorso 31 ottobre ha portato nello spazio il terzo modulo della stazione spaziale cinese Tiangong ha concluso la sua caduta incontrollata nell’area centro-meridionale dell’Oceano Pacifico. A darne conferma è stato il Comando delle Forze armate degli Stati Uniti responsabile per lo Spazio. Il “tuffo” è stato registrato alle ore 11,01 italiane.

La paura per la caduta del razzo cinese

Il rientro del razzo nell’atmosfera è avvenuto in ritardo rispetto a quanto previsto dal Centro operativo europeo per la sorveglianza e il monitoraggio dello spazio (Eu Sst). La finestra temporale della caduta era stata individuata tra le 9,19 e le 10,21 italiane.

Negli ultimi giorni gli esperti avevano provato a calcolare l’area in cui sarebbe potuto finire lo stadio del razzo. Le possibilità di impatto hanno riguardato varie aree del mondo, in particolare regioni in cui vive l’88% della popolazione mondiale.

razzo cinese caduto oceano pacificoFonte foto: IPA
Il momento del decollo di un razzo Long March cinese

Stando ai calcoli riportati dal ‘Washington Post’, la possibilità di vittime era compresa tra 1 su 230 a 1 su 1.000. Un rischio di gran lunga superiore a quello standard riconosciuto a livello internazionale, secondo il quale un oggetto spaziale che cade sulla Terra non dovrebbe avere più di 1 possibilità su 10.000 di causare danni.

L’allarme in Italia

Vista la difficoltà di prevedere il punto di caduta del pericoloso detrito spaziale, era stata comunicata dalla Protezione Civile una “remota possibilità” che la traiettoria potesse coinvolgere anche l’Italia. L’allerta per l’ipotetica caduta di frammenti aveva riguardato Sardegna, Lazio, Molise e Puglia.

Con un aggiornamento delle ore 12 del 4 novembre la stessa Protezione Civile ha poi reso noto che sulla base dei dati forniti dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) a seguito del rientro incontrollato in atmosfera del razzo, “è possibile escludere la caduta di uno o più frammenti del detrito spaziale sul nostro territorio”. Le attività operative sono state conseguentemente dichiarate concluse.

L’allerta in Spagna

Anche la Spagna è stata interessata da uno stato di allerta. Nel corso della mattina è rimasta chiusa per oltre un’ora un’ampia porzione dello spazio aereo, al fine evitare qualsiasi rischio. Numerosi i disagi negli aeroporti del Paese, su tutti quelli di Barcellona, Tarragona e Ibiza.

La situazione è poi stata ripristinata a seguito della caduta del razzo nell’Oceano Pacifico. I ritardi accumulati hanno tuttavia provocato conseguentemente rallentamenti per tutta la giornata.

Cosa sapere sul Long March

Il razzo Long March, come per i precedenti lanci degli altri moduli della stazione spaziale cinese, non era in grado di riavviare i suoi motori per effettuare un rientro controllato nell’atmosfera terrestre. Da qui l’impossibilità di prevedere con certezza l’area della caduta.

Il vettore misura complessivamente 30 metri di lunghezza e pesa circa 20 tonnellate. Come evidenziato dall’agenzia ‘Ansa’, si è trattato di uno dei detriti spaziali più grandi che sono caduti in modo incontrollato sulla Terra nel recente passato: lo Skylab americano nel 1979 e il Salyut 7 dell’Unione Sovietica nel 1991, rispettivamente di circa 77 e 40 tonnellate, sono stati gli unici con una massa maggiore.

razzo-cinese-caduto-oceano-pacifico Fonte foto: IPA
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