Quirinale, "tre nomi in corsa": la rivelazione dell'ex premier
Quali sono i tre principali candidati alla successione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella? La previsione di un ex premier
Nel 2022 il Parlamento, in seduta comune, voterà il nuovo presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella. I nomi fatti per il prossimo inquilino del Quirinale sono diversi, ma secondo un ex presidente del Consiglio sarebbero in corsa essenzialmente in tre. Ecco la rivelazione di Lamberto Dini, nominato premier dopo la caduta del primo governo Berlusconi.
Quirinale, “tre nomi in corsa”: la rivelazione dell’ex premier
Ai microfoni della Stampa, Lamberto Dini – tra le altre cose ex presidente del Consiglio ed ex direttore generale della Banca d’Italia – ha dichiarato che i veri candidati al Quirinale sarebbero essenzialmente tre:
- Mario Draghi
- Marta Cartabia
- Pierferdinando Casini
Il problema principale riguardo all’ipotesi Draghi è un suo successore alla presidenza del Consiglio. Secondo Dini, potrebbe sostituirlo “un ex presidente del Consiglio che attualmente sta a Bruxelles” (qui l’elenco degli eurodeputati italiani).
All’identikit corrispondono Silvio Berlusconi e Paolo Gentiloni, ma Dini si riferisce al secondo: “Vanta un’importante esperienza politica e di governo, è un moderato e potrebbe essere una figura accettata da tutti”.
L’alternativa potrebbe essere l’attuale ministro dell’Economia, Daniele Franco: “Avrebbe il vantaggio di essere molto vicino al presidente uscente, anche se non ha i galloni politici che potrebbero avere altri candidati”.
Quirinale, “Cartabia e Casini alternative a Draghi”: parla Dini
Tornando al futuro del Quirinale, oltre al favorito Draghi ci sarebbero – secondo Dini – anche Cartabia e Casini.
“Credo che sia destinata a prevalere una personalità di centro – ha spiegato l’ex premier – che ha abbia avuto un’esperienza istituzionale. Draghi, Cartabia e Casini che è stato presidente della Camera, è politico di lungo di corso, una personalità che non divide”.
E su Berlusconi: “Io sarei lieto se diventasse presidente della Repubblica. Guardando la composizione del nostro Parlamento non credo che riuscirebbe a raggiungere il consenso necessario”.
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