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Processo Open Arms a Salvini, qual è stata l'arringa dell'avvocato Bongiorno per far assolvere il ministro

Nell'arringa difensiva di Matteo Salvini, Giulia Bongiorno ha sostenuto che Open Arms non fosse in difficoltà e che avrebbe forzato il Governo

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Durante la difesa di Matteo Salvini nel processo per sequestro di persona legato alla nave Open Arms, l’avvocata Giulia Bongiorno ha sostenuto che il ministro non abbia violato la legge, citando che l’imbarcazione non era in “distress” quando è avvenuto il primo sbarco. L’accusa di Bongiorno alla Ong è di aver rifiutato ripetutamente opportunità di sbarcare i migranti in altri paesi, e ha affermato che l’operato di Open Arms fosse orientato a forzare la mano al governo italiano.

Processo Open Arms, la difesa di Matteo Salvini

Giulia Bongiorno ha aperto la sua arringa difensiva per Matteo Salvini, accusato nel processo Open Arms di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, affermando che è fondamentale “distinguere tra diritti e pretese”.

Durante il processo, che si sta concludendo dopo tre anni, è contestato a Salvini di aver trattenuto 147 migranti della Ong nel 2019, firmando un decreto di divieto di ingresso in acque italiane.

matteo salvini open arms giulia bongiornoFonte foto: ANSA

Giulia Bongiorno e Matteo Salvini

Sebbene il Tar avesse dichiarato illegittimo questo divieto, il ministro non aveva concesso il “place of safety” per lo sbarco sicuro. La difesa ha enfatizzato la condotta di Open Arms, cercando di ribaltare le accuse a carico di Salvini, concentrandosi sui comportamenti della Ong.

Giulia Bongiorno: “Open Arms non era in distress”

Giulia Bongiorno ha sostenuto che la nave Open Arms non fosse in “distress” durante il primo sbarco, evidenziando che navigava a 8 nodi e aveva “buona galleggiabilità”. Contrariamente, un perito dell’accusa ha confermato che l’imbarcazione era in emergenza.

In verità lo stesso decreto firmato da Salvini il 1° agosto 2019 riconosceva il “distress”, poiché la nave aveva recuperato migranti da un natante in difficoltà.

La presunta opposizione allo sbarco

La nave avrebbe avuto “innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti” ha sostenuto Bongiorno nell’arringa.

“Avevamo fatto opposizione al Tar e si stava attendendo la decisione dei giudici che c’hanno, infatti, dato ragione” risposto Arturo Salerno, avvocato della Ong. I rifiuti, secondo l’accusa, avrebbero riguardato lo sbarco a Malta di soli 39 migranti, come concesso da La Valletta, dovuti quindi all’esigenza di non compromettere la situazione con gli oltre 100 che sarebbero rimasti invecea bordo.

La difesa di Matteo Salvini ha contestato anche il rifiuto della Open Arms di dirigersi verso la Spagna, che aveva offerto due “place of safety” (Pos). Oscar Camps, capitano della nave, ha spiegato che non era possibile navigare per due giorni con un così alto numero di persone, dato che l’imbarcazione poteva solo temporaneamente accoglierli.

L’accusa di “forzatura” a Open Arms

Giulia Bongiorno ha affermato che la Open Arms avrebbe cercato di “forzare la mano” al governo italiano, sostenendo che il salvataggio dei migranti sarebbe avvenuto casualmente e senza un accordo preesistente.

Bongiorno ha anche contestualizzato le azioni di Salvini nel 2019, evidenziando la transizione politica in corso e citando una lettera di Giuseppe Conte, che suggeriva una strategia condivisa dal governo per gestire i salvataggi in attesa di un accordo sulla redistribuzione dei migranti in Europa.

arringa matteo salvini open arms giulia bongiorno Fonte foto: ANSA
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