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CRONACA NERA

Prima notte in carcere a Verona per Filippo Turetta: dal prete al compagno di cella, perché sarà trasferito

Il primo giorno di Filippo Turetta nel carcere di Montorio, tra stretta sorveglianza e valutazioni psicologiche. Domani il suo interrogatorio

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Gabriele Silvestri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, esperto di media, scrive di cronaca, politica e attualità. Laureato in comunicazione alla Sapienza, si è affermato come autore e conduttore di TG e programmi giornalistici. Collabora con diverse redazioni online, emittenti televisive e radiofoniche.

Filippo Turetta ha trascorso la sua prima notte nel carcere di Montorio, a Verona, dopo essere stato estradato dalla Germania per l’omicidio volontario di Giulia Cecchettin. Sorvegliato a vista per il rischio di atti autolesionisti, Turetta è descritto come provato e disorientato, mentre attende l’interrogatorio di garanzia. Nei suoi primi giorni di detenzione in Italia sarà sottoposto a valutazioni psicologiche: nel frattempo ha avuto un colloquio con il cappellano del penitenziario e ha conosciuto il proprio compagno di cella.

Stretta sorveglianza su Filippo Turetta

Il primo giorno nel carcere di Montorio per Filippo Turetta, 21 anni, è caratterizzato da stretta sorveglianza, con agenti di polizia penitenziaria che monitorano ogni suo movimento. I controlli incessanti sono stati assicurati anche durante la notte, per prevenire eventuali gesti autolesionistici.

La descrizione di Turetta da parte di chi lo ha visto in carcere è un ritratto di disorientamento. Il 21enne è stato descritto come un individuo assente e rassegnato alla sua condizione, rifugiato nel silenzio.


Filippo Turetta, dopo l’estradizione, è detenuto nel carcere di Montorio a Verona

Turetta sarà trasferito

Il reparto Infermeria ospiterà Filippo Turetta per i primi giorni, dove sarà sottoposto a valutazioni psicologiche e psichiatriche.

Successivamente, è previsto il suo trasferimento nella sezione “protetti“, riservata a detenuti per reati considerati di “forte riprovazione sociale”.

Domani l’interrogatorio

Martedì 28 novembre sarà la giornata dell’interrogatorio di garanzia, durante il quale Turetta avrà l’opportunità di raccontare la sua versione dei fatti.

Le dichiarazioni fatte alla polizia tedesca il giorno dell’arresto, in cui confessò l’omicidio della sua fidanzata, sono state dichiarate inutilizzabili, poiché pronunciate senza l’assistenza di un legale.

Il ruolo del suo difensore, l’avvocato Giovanni Caruso, sarà cruciale in questo delicato processo, in cui è probabile che Turetta scelga di non rispondere per poter meglio esaminare l’ordinanza di custodia cautelare.

Il compagno di cella e l’incontro con il cappellano

Il trasferimento nella sezione “protetti” sarà inevitabile nei prossimi giorni, mentre Turetta avrà modo di riflettere sulle accuse e prepararsi agli interrogatori futuri. Il giovane ha chiesto in più occasioni di incontrare i propri genitori, ma questo sarà possibile soltanto dopo l’interrogatorio con il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo. 

Nel frattempo, il 21enne avrebbe conosciuto il proprio compagno di cella: secondo quanto raccolto da LaPresse, sarebbe detenuto per reati finanziari, con una pena da scontare fino al 2031.

Il frate cappellano del carcere ha incontrato il giovane, per poi rilasciare delle brevi dichiarazioni. In particolare, il religioso ha espresso la necessità di rispettare il dramma delle due famiglie coinvolte.

I misteri dell’omicidio di Giulia Cecchettin

Intanto emergono altri dettagli misteriosi sull’omicidio di Giulia Cecchettin, come il libro per bambini trovato accanto al suo corpo, intitolato “Anche i mostri si lavano i denti”. Si sospetta che il volume possa essere stato posato da Turetta, ma il significato di questo gesto rimane un enigma.

L’indagine hanno inoltre rivelato che accanto al cadavere sono stati trovati vari reperti abbandonati, inclusi sacchi di plastica compatibili con quelli usati per coprire il corpo e fazzoletti sporchi di sangue.

Il telefono di Giulia Cecchettin, che potrebbe essere una chiave per comprendere i movimenti della giovane prima dell’aggressione, risulta ancora disperso.

Fonte foto: ANSA

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