Arrestato Pietro Genovese, le motivazioni del gip
Il figlio del regista Paolo Genovese si trova ora ai domiciliari per aver investito e ucciso le giovanissime Gaia e Camilla
Pietro Genovese, il 20enne alla guida dell’auto che a Roma ha travolto e ucciso le due 16enni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli la notte tra il 21 e il 22 dicembre, è stato arrestato per omicidio stradale.
Gabriella, la madre di Camilla, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera ha commentato così la decisione del gip: “Meritava sicuramente qualcosa di più, ci ha portato via due angeli, comunque è una buona notizia. Ma va bene così, quel ragazzo rimane un disperato”.
La decisione del gip
Secondo il gip di Roma Bernadette Nicotra “Pietro Genovese è solito condurre veicoli dopo aver assunto sostanze alcoliche se non anche stupefacenti e non rispettare le norme del codice della strada. Le precedenti contestazione e provvedimenti amministrativi non hanno avuto alcun effetto deterrente: il Genovese si è messo alla guida dell’autovettura nonostante avesse assunto bevande alcoliche e nonostante in passato gli fosse già stata ritirata la patente di guida per violazioni al codice della strada”.
Per il giudice “questo comportamento dimostra noncuranza se non addirittura disprezzo verso i provvedimenti dell’autorità amministrativa e di pubblica sicurezza ed è sintomo di una personalità incline alla violazione delle regole”.
“La personalità dell’indagato lascia ragionevolmente presumere che il medesimo non si scoraggi dall’usare comunque l’automobile per il solo fatto dell’avere avuto ritirata la patente di guida” prosegue il gip, ricordando che Genovese era ritornato alla guida da poco dopo il ritiro della patente causato da un controllo dove venne sorpreso con dell’hashish.
“Appare necessario limitare la libertà di movimento del Genovese, il quale sebbene incensurato di giovane età, ben potrebbe, ponendosi alla guida di altre autovetture, magari di amici e conoscenti anche senza la patente, porre in essere condotte gravemente colposa in violazione delle norme da circolazione stradale compromettendo così la propria e l’altrui incolumità”, si legge nell’ordinanza del gip.
Le tracce di droghe trovate nel sangue non dimostrano che Pietro Genovese la notte tra sabato e domenica fosse alla guida sotto effetto di quelle sostanze. Secondo il ragionamento fatto dal gip di Roma, per escludere nei confronti del 20enne l’aggravante dell’alterazione psicofisica dovuta all’uso di sostanze stupefacenti, il giudice ha scritto: “Le sostanze stupefacenti riscontrate, sebbene presenti, ben potevano essere state assunte dal Genovese in epoca precedente”.
Genovese ai domiciliari, “ragazze spericolate”
Nell’ordinanza con la quale il gip di Roma ha disposto i domiciliari per Pietro Genovese si legge: “Sussiste l’esigenza cautelare per il concreto pericolo di reiterazione della condotta criminosa. Il Genovese risulta segnalato per ben due volte (il 1 agosto del 2016 e il 16 gennaio 2017) e risulta avere avuto già la patente di guida ritirata per pregresse violazioni al codice della strada. Inoltre risulta che Genovese è incorso in ben quattro decurtazioni di punteggio (della patente ndr) per transito con semaforo rosso ed altre infrazioni”.
Per il gip “alla luce di quanto accertato in questa prima fase le due ragazze, in ora notturna, in zona scarsamente illuminata e con pioggia in atto hanno attraversato la carreggiata, scavalcando il guardrail, nel momento in cui il semaforo era fermo sulla luce rossa per i pedoni”.
Dunque anche Gaia e Camilla avrebbero tenuto una “condotta vietata, incautamente spericolata, così concorrendo alla causazione del sinistro mortale”.
Venerdì mattina, nella parrocchia del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore del quartiere Fleming, nella zona Nord della capitale, si terranno i funerali delle due 16enni morte investite in Corso Francia.