Piersanti Mattarella, lettera anonima sull'omicidio del fratello del presidente: dentro c'è il nome del killer
Il nome del presunto killer di Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica, è stato inviato in una lettera anonima alla famiglia
I figli di Piersanti Mattarella, l’ex presidente della Regione Sicilia, ucciso da Cosa Nostra il 6 gennaio 1980, hanno ricevuto una lettera anonima, scritta al computer, nella quale sarebbe presente il nome del presunto killer del fratello del presidente della Repubblica.
- La lettera ai figli di Piersanti Mattarella
- Il contenuto della lettera
- L’omicidio di Piersanti Mattarella
La lettera ai figli di Piersanti Mattarella
È stata recapitata nei giorni scorsi una lettera anonima ai figli di Piersanti Mattarella, l’ex presidente della Regione Sicilia e fratello del presidente della Repubblica ucciso da Cosa Nostra sotto la sua abitazione, a Palermo, il 6 gennaio 1980.
Come riportato da Adnkronos, i familiari di Piersanti Mattarella hanno ricevuto una lettera di sette righe, scritte al computer e poi stampate su un normale e anonimo foglio A4.
La macchina nella quale, il 6 gennaio 1980, in un agguato avvenuto in via Libertà a Palermo, venne ucciso Piersanti Mattarella
I figli di quello che è stato presidente della Regione Siciliana tra il 1978 e il 1980 hanno poi consegnato la lettera ricevuta agli investigatori, di modo che la Procura di Palermo possa iniziare ad indagare su quanto accaduto.
Il contenuto della lettera
La lettera è stata visionata da Adnkronos, che ne ha poi pubblicato il contenuto: “Cappuccio in testa, occhi color ghiaccio, passo ondeggiante, ballonzolante. Questa la descrizione del killer di Piersanti. C’è un ragazzo militante nero, ai tempi chiamato (…) per i suoi occhi di ghiaccio negli ambienti di destra”.
“Si chiama (…) e corrisponde alla descrizione testuale e alle immagini. Assomiglia molto all’identikit. Dopo l’omicidio si trasferisce in (…)” conclude poi la missiva anonima, che è stata censurata dalla testata per evitare di intralciare il lavoro investigativo della Procura, guidata da Maurizio de Lucia.
Non c’è ovviamente ancora modo di capire se la lettera possa realmente essere d’aiuto nelle indagini di un caso che, dopo 44 anni, cerca ancora un responsabile oltre ai mandanti già condannati all’ergastolo, tra i quali Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò e altri esponenti della cupola di Cosa Nostra.
L’omicidio di Piersanti Mattarella
La mattina del 6 gennaio 1980, una domenica, Piersanti Mattarella si trovava in via della Libertà, a Palermo, alla guida della propria Fiat 132, con la quale era diretto a messa insieme alla moglie Irma Chiazzese, seduta al suo fianco, alla suocera Franca Chiazzese Ballerini e alla figlia Maria, sedute sui sedili posteriori della vettura.
Improvvisamente un uomo si avvicinò all’auto e aprì il fuoco con una rivoltella contro Piersanti Mattarella, prima di allontanarsi, recuperare una seconda pistola dalla macchina di un complice e tornare a far fuoco contro la Fiat 132, ferendo anche la signora Chiazzese, che si era lanciata a protezione del corpo del marito.
Proprio la moglie di Piersanti Mattarella delineò l’identikit dell’assassino, un uomo “dall’andatura ballonzolante con l’espressione del viso gentile e lo sguardo di ghiaccio”. La cui identità, ad oggi, resta ancora avvolta nel mistero.