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Piantedosi riferisce alla Camera sul naufragio di Cutro: la difesa del Governo e l'attacco agli scafisti

L'informativa alla Camera del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, in merito al naufragio dei migranti avvenuto sulle coste di Cutro, in Calabria

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A poco più di una settimana dal naufragio di Cutro, che ha causato la morte di decine di migranti, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, riferisce alla Camera. Nella sua informativa difende l’operato suo e del Governo, precisando le dichiarazioni che nei giorni scorsi avevano addirittura fatto pensare alle sue imminenti dimissioni dopo feroci critiche arrivate dall’opposizione, e non solo. Il titolare del Viminale risponde puntando il dito contro gli scafisti.

L’intervento di Piantedosi alla Camera

Il ministro apre la sua informativa alla Camera sui fatti di Cutro rinnovando “il cordoglio, mio personale e di tutto il Governo, per le vittime di questo ennesimo, tragico, naufragio e la vicinanza alle loro famiglie e ai superstiti”.

Il bilancio “non è ancora definitivo“, ma “gli aggiornamenti giunti dalla Prefettura di Crotone portano il numero delle vittime a 72, di cui 28 minori, mentre i superstiti sono 80. Di questi, 54 sono accolti nel locale Centro di accoglienza richiedenti asilo, 12 nel Sistema Sai a Crotone, 8 sono ricoverati in ospedale, 2 minori non accompagnati sono stati collocati nelle strutture dedicate e 3 soggetti, presumibilmente gli scafisti, sono stati arrestati“.

naufragio cutroFonte foto: ANSA
I resti della barca dopo il naufragio, a Cutro

Piantedosi ringrazia poi la Calabria, che “da sempre, accoglie con solidarietà e generosità i tanti migranti che sbarcano sulle sue coste e che affronta questa tragedia con compostezza e dignità non comuni”.

Proprio per interrompere la “tragica sequenza” di morti in mare, il Governo “ha finalmente riportato il tema migratorio al centro dell’agenda politica, in modo trasversale rispetto a tutte le dimensioni lungo le quali si esplica la sua azione: a livello nazionale; sul piano europeo; con i Paesi di transito e partenza dei flussi”.

Il momento del naufragio e la prima richiesta di soccorso

Nella sua informativa alla Camera, il ministro cita anche il racconto dei sopravvissuti: “La traversata parte da Cesme, in Turchia, intorno alle 3 del 22 febbraio in condizioni metereologiche ottimali: condizioni che, tuttavia, dopo 2 o 3 giorni peggiorano”.

Secondo i superstiti, “a bordo dell’imbarcazione erano presenti circa 180 persone, oltre a 4 scafisti, due turchi e due pakistani”.

“Tre ore dopo l’inizio della navigazione – prosegue – un guasto al motore dell’imbarcazione induce due scafisti a contattare, tramite cellulare, un complice. Dopo altre tre ore di attesa, i migranti sono raggiunti da una seconda imbarcazione, pilotata da altri tre scafisti“.

Si procede col trasbordo dei migranti e si riprende la navigazione verso le coste italiane: “I migranti notano che gli scafisti dispongono di telefono satellitare e quando l’imbarcazione incrocia davanti alle coste elleniche, gli scafisti sostituiscono la bandiera turca con quella greca. Durante la navigazione, sempre stando alla narrazione dei migranti, gli scafisti li costringono a restare sotto coperta, facendoli salire sul ponte solo pochi minuti per prendere aria”.

Poi, il momento del naufragio al largo della Calabria, avvenuto a circa 200 metri dalla costa, alle 3:50 di domenica 26 febbraio: questo perché, spiega Piantedosi, “erano stati avvistati dalla barca dei lampeggianti provenienti dalla spiaggia e a quel punto gli scafisti, temendo la presenza delle forze dell’ordine lungo la costa, effettuano una brusca virata nel tentativo di cambiare direzione per allontanarsi dal quel tratto di mare”.

Il ministro aggiunge che la prima richiesta di soccorso è arrivata alle 4 del mattino, dopo una chiamata di emergenza al 112.

Ed è in quel momento, prosegue il ministro, che la barca, vicinissima alle coste e in balìa delle onde alte, avrebbe toccato il fondale basso: in seguito alla rottura della parte inferiore dello scafo, perciò, avrebbe iniziato a imbarcare acqua.

L’attacco a chi lo critica

Diverse le critiche a Piantedosi, anche dalla nuova segretaria del Pd, Elly Schlein.

Il titolare del Viminale sottolinea poi che “l’esigenza di tutela della vita ha sempre la priorità, quale che sia l’iniziale natura dell’intervento operativo in mare”.

E ancora:  “Sostenere che i soccorsi sarebbero stati condizionati o addirittura impediti dal Governo costituisce una grave falsità che offende, soprattutto, l’onore e la professionalità dei nostri operatori impegnati quotidianamente in mare, in scenari particolarmente difficili”.

Secondo il ministro “è  essenziale chiarire che l’attivazione dell’intero sistema Sar (ricerca e soccorso, ndr) non può prescindere da una segnalazione di una situazione di emergenza. Solo ed esclusivamente se c’è tale segnalazione, si attiva il dispositivo Sar. Laddove, invece, non venga segnalato un distress, l’evento operativo è gestito come un intervento di polizia. È esattamente quanto avvenuto nel caso in questione”.

Piantedosi dà poi alcuni numeri: “Dal 22 ottobre 2022 al 27 febbraio 2023, le nostre Autorità hanno gestito 407 eventi Sar, mettendo in salvo 24.601 persone. Nello stesso periodo, nel corso di 300 operazioni di polizia per il contrasto dell’immigrazione illegale, la sola Guardia di Finanza ha tratto in salvo 11.888 persone. Per un totale, tra Sar e law enforcement, di 36.489 persone salvate. Dunque, dati alla mano, è del tutto infondato che le missioni di law enforcement non siano in grado di effettuare anche salvataggi”.

Gli scafisti volevano sbarcare evitando i controlli

Stando poi a quanto riferito da Piantedosi in merito agli scafisti, sulla base degli elementi acquisiti dal Ministero della Giustizia, i tre averebbero deciso “di sbarcare in un luogo ritenuto più sicuro e di notte, temendo che nella località preventivata vi potessero essere dei controlli. Il piano prevedeva l’arrivo a ridosso della riva sabbiosa, con il successivo sbarco e la fuga sulla terraferma”.

Il titolare del Viminale si dice poi speranzoso in merito all’esito “degli accertamenti giudiziari”: proseguono le indagini disposte dalla Procura di Crotone.

Piantedosi dice anche che non voleva assolutamente colpevolizzare le vittime, bensì gli scafisti, “affinché la vita delle persone non finisca più nelle mani di ignobili delinquenti. Mi dispiace profondamente che il senso delle mie parole sia stato diversamente interpretato.

Strage di migranti dopo il naufragio nel Crotonese: le drammatiche immagini delle vittime e dei superstiti Fonte foto: ANSA
Strage di migranti dopo il naufragio nel Crotonese: le drammatiche immagini delle vittime e dei superstiti
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