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Pfizer, "L'efficacia del vaccino cala": quando va fatta la terza dose

Pfizer ha annunciato che chiederà a Fda ed Ema il via libera per la terza dose, necessaria anche a causa delle varianti: entro quando si dovrebbe fare

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Pfizer e BioNTech hanno annunciato che, nelle prossime settimane, chiederanno alle autorità regolatorie (la Fda negli Stati Uniti e l’Ema nell’Unione europea) l’autorizzazione per la terza dose del vaccino anti Covid.

Una decisione presa dopo i dati iniziali “incoraggianti” di un sperimentazione clinica: dimostrerebbero che una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi. Le case farmaceutiche prevedono di pubblicare presto altri dati definitivi.

Pfizer, “L’efficacia del vaccino cala”: quando va fatta la terza dose

Pfizer e BioNTech hanno intenzione di chiedere a Fda ed Ema il via libera per una terza dose del suo vaccino contro il Covid 19.

Pfizer, infatti, ha spiegato che l’efficacia del vaccino cala dopo sei mesi, sebbene sia ancora sufficiente a prevenire la malattia nelle forme più gravi.

“Come si vede dai dati raccolti sul campo dal ministero israeliano della Salute – recita un comunicato – l’efficacia del vaccino nel prevenire sia l’infezione che lo sviluppo dei sintomi declina sei mesi dopo la vaccinazione, sebbene resti alta l’efficacia nel prevenire i casi gravi”.

Grande preoccupazione anche per la variante Delta, che “sta diventando dominante in Israele come in molti altri Paesi”.

Pfizer e BioNTech hanno suggerito che una terza dose sarebbe di beneficio “fra i 6 e i 12 mesi dopo la seconda dose, per mantenere alti i livelli di protezione”.

Questo vuol dire che, in Italia, si dovrebbero somministrare le ‘prime’ terze dosi già dall’autunno, comunque entro l‘inverno.

Pfizer, “L’efficacia del vaccino cala”: il problema della variante Delta

Secondo uno studio condotto in Israele, l’efficacia del vaccino Pfizer scenderebbe dal 90% al 64% a causa della variante Delta.

Per Pfizer, però, c’è una buona notizia: la terza dose del suo vaccino porterebbe a quintuplicare o decuplicare gli anticorpi rispetto a quelli sviluppati con la seconda dose contro il ceppo originario e la variante Beta.

Pfizer intende “pubblicare dati più definitivi anche in una rivista peer-reviewed e intende nelle prossime settimane sottoporre i dati alla Fda, all’Ema e ad altri organismi regolatori”.

Pfizer, “L’efficacia del vaccino cala”: ma le autorità Usa escludono la terza dose

Le autorità sanitarie statunitensi, Centers for Disease Control and Prevention e Food and Drug Administration, ritengono però che gli americani che hanno già ricevuto due dosi di vaccino non debbano sottoporsi ad una terza somministrazione, nonostante il diffondersi delle nuove varianti di Covid-19.

“Gli americani che sono stati completamente vaccinati non hanno bisogno di una dose di richiamo in questo momento“, è scritto in una dichiarazione congiunta diffusa poco dopo che Pfizer e BioNTech hanno annunciato l’intenzione di richiedere l’autorizzazione della Fda per una terza dose del loro vaccino Covid-19.

Burioni: “Bene Fda e Cdc a bloccare terza dose”

Il virologo Roberto Burioni, attraverso un tweet, ha lodato il parere negativo di Fda e Cdc: “Che le case farmaceutiche spingano con entusiasmo per un richiamo è comprensibile, visto che gli poterebbe grandi profitti. Ma al momento non ci sono dati a supporto, per cui fanno bene Fda e Cdc a dare, per ora, parere negativo. Per il futuro stiamo attenti e teniamoci pronti”.

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Terza dose contro la variante Delta: cosa dicono gli esperti Fonte foto: ANSA
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