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Peste suina, Costa sull'emergenza in Italia: il sottosegretario fa chiarezza sui rischi per l'uomo

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, affida la gestione ad Andrea Costa: l'intervista rilasciata dal sottosegretario a Virgilio Notizie

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“Rispetto le sensibilità di tutti, animalisti e ambientalisti, ma siamo di fronte a un’emergenza”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, di fronte ai nuovi casi di peste suina: dopo l’allarme, che inizialmente ha interessato Piemonte e Liguria, il problema ora riguarda anche il Lazio “e deve essere affrontata con strumenti emergenziali”, come dichiarato da Speranza, che ha incaricato della gestione del caso il Sottosegretario Andrea Costa. Un caso, infatti, è stato segnalato nel parco dell’Insugherata, nella zona nord-ovest della Capitale, portando a 115 i casi dall’inizio dell’anno, in tre regioni: dopo Liguria e in Piemonte, anche il Lazio. Dell’emergenza in Italia ha parlato proprio Costa, rilasciano un’intervista a Virgilio Notizie.

La peste suina diventa un’emergenza anche nel Lazio: Governo e Regione corrono ai ripari

Il ministro della Salute, Speranza, ha annunciato di aver affidato l’incarico della gestione dell’emergenza peste suina al Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nominando come commissario straordinario Angelo Ferrari. Non solo: un’ordinanza della Regione Lazio prevede l’istituzione di una zona infetta provvisoria, con misure stringenti, dove è scattata una sorveglianza rafforzata dei cinghiali, insieme al campionamento e analisi di eventuali carcasse e al loro smaltimento in sicurezza. L’area sarà indicata da cartelli e sarà vietato dare cibo agli animali, fare pic nic e organizzare eventi.

L’ordinanza, varata dopo la scoperta di un caso di peste suina nel parco dell’Insugherata, prevede anche l’individuazione di una zona di attenzione, adiacente a quella “rossa”.

L’ipotesi di un piano di abbattimento dei cinghiali

Non si tratta, però, dell’unica iniziativa per contrastare l’emergenza. Al momento, infatti, non sarebbe esclusa l’ipotesi di “un piano di selezione e di abbattimento importante, che riduca il numero e la presenza dei cinghiali”, come spiegato dal Sottosegretario Andrea Costa a Virgilio Notizie.

Ma in cosa consisterebbe e a chi sarebbe affidato? “Le azioni che abbiamo predisposto di concerto con il Commissario straordinario Angelo Ferrari vanno nella direzione di contenere, eradicare, ma anche prevenire la diffusione del virus. Penso, ad esempio, all’installazione delle barriere nelle zone rosse. Ma non basta. Sulla questione del depopolamento stiamo facendo una riflessione, consapevoli che sia un tema delicato che possa urtare la sensibilità di alcuni” prosegue il sottosegretario Costa a Virgilio Notizie.

Come funzionerebbe l’abbattimento dei suini e perché è necessario

“È indubbio però che siamo di fronte a un’emergenza e di questo dobbiamo prenderne coscienza tutti. Ritengo, dunque, ragionevole e opportuno studiare un piano per ridurre sensibilmente la popolazione dei cinghiali, a tutela del comparto suinicolo. I cinghiali hanno invaso le nostre città, i nostri parchi, i nostri quartieri. Credo sia il momento opportuno per pensare anche a un piano di selezione e di abbattimento importante, che riduca il numero e la presenza dei cinghiali. Credo che, al di là delle misure protettive, come recinzioni e quant’altro – spiega ancora Costa, che però sottolinea l’esigenza di “ridurre sensibilmente la popolazione dei cinghiali”.

Quanto al rischio gli ambientalisti e animalisti, appunto, possano protestare all’idea di abbattere anche animali “sani”, l’onorevole Costa ha confermato: “Stiamo vivendo una situazione fuori dall’ordinario e come tale per procedere in maniera preventiva e maggiormente efficace occorre agire in tempi brevi, soprattutto nelle zone rosse adiacenti agli allevamenti. Riducendo la popolazione dei cinghiali si interverrebbe direttamente sul veicolo del contagio e si riuscirebbe a limitarne la diffusione. Un’operazione che ci permetterebbe anche di affrontare e risolvere un’altra emergenza che sta affliggendo da alcuni anni le nostre città, cioè la presenza dei cinghiali nei nostri parchi urbani, nei nostri quartieri”.

Il governo stanzia anche fondi per recinzioni e barriere per fermare i cinghiali

Il problema della peste suina non ha fatto che aggravare una situazione che, almeno in alcune regioni come la Liguria, era già presente, cioè un numero elevato di cinghiali, arrivati ormai in città. Accade a Genova, ma anche nella riviera di levante, come nella provincia della Spezia. Da qui l’esigenza di rafforzare le barriere per evitarne lo sconfinamento a ridosso dei centri abitati. Va in questa direzione la decisione del Governo di stanziare risorse, pari a 50 milioni. A cosa saranno destinati questi fondi e chi li gestirà? “Sono 50 milioni previsti nel Decreto Ristori bis per la gestione della problematica e per gli indennizzi agli allevatori colpiti. Di questa somma 10 milioni sono nella piena disponibilità del Commissario Ferrari per le opere di prevenzione, contenimento e eradicazione della peste suina africana, incluse la messa in opera di recinzioni o altre strutture temporanee ed amovibili, idonee al contenimento dei cinghiali selvatici. Le risorse restanti rimangono invece in capo al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali” spiega Costa.

Quali pericoli ci sono per la popolazione se l’emergenza non rientrerà

La preoccupazione riguarda anche il rischio che la pesta suina possa continuare a diffondersi: il virus che la trasmette, infatti, è molto contagioso e letale per cinghiali e maiali. “Allo stato attuale i cinghiali trovati infetti tra Liguria e Piemonte sono un centinaio, a cui si aggiunge il caso nel Lazio, per il quale però sono ancora in corso ulteriori accertamenti – prosegue Costa – Le Asl e gli Istituti zooprofilattici sperimentali sono impegnati in attività di sorveglianza, raccolta e condivisione dei dati per individuare prontamente eventuali altri casi. Stiamo lavorando proprio per evitare che il contagio si diffonda in nuove aree. A tal proposito stiamo rafforzando l’opera di contenimento dell’epidemia tramite l’installazione di ulteriori barriere e recinzioni per evitare la migrazione dei cinghiali selvatici e la possibilità che questi diffondano la PSA. Dobbiamo scongiurare infatti, da una parte che i cinghiali infetti escano dall’area delimitata e dall’altra che gli esemplari sani entrino nella zona rossa” spiega il Sottosegretario.

Ci sono pericoli per la popolazione?

“No, nessun pericolo. Occorre, infatti, chiarire definitivamente che la Peste suina africana è una malattia virale, prettamente veterinaria, che colpisce suini e cinghiali, altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, ma non è trasmissibile all’uomo o ad altre specie animali (es. cani, gatti) né attraverso il contatto diretto con capi malati, né tramite alimenti di origine suina, come confermato da tutte le evidenze scientifiche – rassicura il sottosegretario alla Salute – L’uomo può però essere veicolo di trasmissione del virus attraverso la contaminazione di veicoli, indumenti, attrezzature. L’allarme riguarda piuttosto le conseguenze sull’economia del settore zootecnico. Qualora dovessero essere colpiti gli allevamenti di suini il nostro Paese, infatti, rischierebbe il blocco dell’esportazione di prodotti a base di carne suina e il blocco della movimentazione del bestiame”.

costa-peste-suina Fonte foto: ANSA
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