Brosio attacca il Governo per l'omicidio del sacerdote di Como
Paolo Brosio contro il Governo per la morte del sacerdote Roberto Malgesini, ucciso a coltellate a Como
Paolo Brosio ha espresso la sua rabbia per l’omicidio di Don Roberto Malgesini, ucciso a coltellate a Como. “È accaduta una cosa vergognosa, un fatto gravissimo. La misericordia, la carità e l’amore per il prossimo non significano abbassare la guardia sulla sicurezza dei cittadini. È morto un prete santo, che era il benefattore del suo assassino, gli dava da mangiare, lo aiutava. Se andiamo a vedere, questo signore doveva essere rimpatriato fin dal 2015 e i provvedimenti non erano stati eseguiti. Dov’è lo Stato di diritto che doveva proteggere don Malgesini?”, si è chiesto il conduttore, intervistato dall’Adnkronos.
“Ma stiamo scherzando? Questo assassino doveva essere oggetto di provvedimenti, mentre qui è morto un santo sacerdote perché non è stata applicata la legge. Questo morto non doveva esserci. Nessuno dice che non devi accogliere gli immigrati, ma mandare a casa quelli che delinquono sì. Non si può tenere una persona che accoltella il suo benefattore”, ha continuato Paolo Brosio.
“Alcuni extracomunitari sono persone perbene, altri hanno precedenti penali già nel loro Paese, solo che nessuno va a verificarli! Noi stiamo in uno Stato di diritto o no? La legge deve essere uguale per tutti, italiani ed extracomunitari. Chi vigila sui confini del nostro Paese? E dell’Europa? L’Europa deve dotare l’Italia di forze di intervento europee che valutino chi deve entrare. Chi ha precedenti penali, omicidi, reati contro il patrimonio, se ne stia a casa sua, non possiamo essere la prigione dell’Europa“, ha dichiarato ancora il giornalismo.
Se continuiamo così “l’Italia non è più un Paese sicuro. Basta applicare le leggi che ci sono, ma è un problema che il nostro Governo non vuole affrontare, o peggio che non sa affrontare”, ha sottolineato Paolo Brosio ai microfoni di Adnkronos. “Uno Stato di carità e di solidarietà è giusto che ci sia sempre. Se ci sono barconi che affondano li devi salvare, ma poi o li distribuisci in Europa, o rimandi a casa chi è criminale, altrimenti non è un’Europa solidale, è un business, un’operazione di solidarietà che è un’ipocrisia”.
“Stiamo scivolando verso un Paese da Terzo mondo che non ha più garanzie di sicurezza. ‘Date a Cesare quel che è di Cesare‘ si diceva anche ai tempi di Gesù, le leggi di questo mondo vanno rispettate. Porgo l’altra guancia, ma se sono aggredito mi devo poter difendere. Questo non è un Governo che fa bene. È morto un santo per gravi lacune dello Stato“, ha concluso il presentatore televisivo.