Origini del Covid, cure e fine della pandemia: parla il direttore Oms
Il direttore dell'Oms ha parlato a tutto tondo del Covid, delle sue origini, di cure, vaccini e del futuro della pandemia
La pandemia di Covid-19 ha sconvolto le vite di milioni di persone in tutto il mondo, nel corso degli ultimi due anni. Sono ancora molti gli aspetti poco chiari, a partire da come abbia avuto origine il coronavirus Sars-CoV-2, ma è avvolto da una coltre di incertezza anche il futuro della pandemia. Su questi temi è stato interpellato dal Corriere della Sera Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il direttore dell’Oms sul futuro prossimo della pandemia
Nell’intervista, il direttore dell’Oms ha parlato del prossimo futuro del Covid-19, che potrebbe diventare endemico o essere declassato a un semplice raffreddore o influenza. “È difficile dirlo – ha affermato Ghebreyesus – considerando ciò che abbiamo osservato negli scorsi due anni. Ma una cosa di cui siamo sicuri è che questo virus starà con noi per il futuro prevedibile e manterrà il potenziale di continuare a evolvere”.
“In questo momento siamo anche incerti sulla potenza delle varianti future – ha sottolineato il direttore dell’Oms – allo stesso tempo, abbiamo vaccini che si sono dimostrati efficaci a prevenire la malattia seria e la morte, dunque riducendo i costi umani e socioeconomici che abbiamo affrontato sin da quando il Covd-19 è emerso”.
Covid tra passato e futuro: le cure
Se da un lato, dunque, disponiamo di armi – o meglio, scudi – efficaci contro il Covid-19, cioè i vaccini, dall’altro non sappiamo quanto e come il virus possa ancora evolvere. In questo senso, parallelamente ai vaccini, gli sforzi della comunità scientifica sono concentrati nel trovare una cura adatta.
“Ci sono molti sforzi in corso per trovare una cura – ha detto Ghebreyesus – incluso il Solidarity Trial dell’Oms. Finora, l’Oms ha raccomandato i seguenti farmaci per trattare i pazienti in condizioni severe e critiche: corticosteroidi come il dexamethasone, l’Interlukin-6 recettore e alcuni anticorpi monoclonali”.
Inoltre, sono disponibili anche trattamenti per il Covid-19 negli stadi iniziali: “Recentemente, l’Oms ha raccomandato lo stesso cocktail di anticorpi monoclonali (casirivimab/imdevimab) per i pazienti con sintomi lievi o moderati che hanno il maggiore rischio di malattia seria, in quanto riduce la necessità di ospedalizzazione”.
Ghebreyesus (Oms): “È ancora una pandemia”
Ma sulla fine vera e propria della pandemia, il direttore dell’Oms non ha saputo fornire una risposta: “Stiamo ancora vedendo la diffusione globale della malattia che continua a mettere sottosopra la nostra salute, i sistemi sanitari, le economie e le società. Questa è ancora una pandemia”.
Ghebreyesus ha quindi spiegato il suo ruolo, come direttore dell’Oms, nei confronti di una pandemia: “In base alla legge internazionale, io ho l’autorità di dichiarare un’Emergenza di Sanità Pubblica di Interesse Internazionale, cosa che ho dichiarato il 30 gennaio 2020. Questo è l’allarme internazionale più elevato”. Si tratta di valutazioni che si ripetono ogni tre mesi, su cui esperti internazionali si confrontano per esaminare la situazione epidemiologica.
Origini del Covid, Oms: “Nessuna ipotesi esclusa, nemmeno fuga da laboratorio”
Un altro aspetto su cui gli esperti nutrono ancora molti dubbi è l’origine del Sars-CoV-2. Ghebreyesus ha spiegato che sono state effettuate diverse missioni in Cina per comprendere le origini della pandemia: “In agosto, l’Oms ha formato il Sago, Scietific Advisory Group for the Origins of Novel Pathogen, per fare consulenza all’Organizzazione su considerazioni tecniche e scientifiche riguardanti le origini di patogeni emergenti e riemergenti di potenziale epidemico e pandemico – incluso il Sars-Covid-2”.
I membri del Sago sono “esperti internazionali di diverse discipline che agiranno a livello personale”, ha spiegato il direttore dell’Oms, per “stabilire lo stato collettivo e corrente degli studi sulle origini del Sars-Covid-2 e consigliare l’Oms sui prossimi passi critici”.
Tra le ipotesi ancora in campo, l’Oms non ne esclude nessuna: “Tutte le ipotesi devono continuare a essere esaminate, dalle ipotesi della trasmissione da animale a quella della fuoriuscita dal laboratorio, la quale non è ancora stata categoricamente esclusa”.