Origine Covid: scoperta rivoluzionaria sull'antenato del virus
Uno studio sull'origine del Covid condotto dai ricercatori della Temple University di Philadelphia ha scoperto il progenitore del virus
Un gruppo di ricerca della Temple University di Philadelphia, coordinato da Sudhir Kumar, ha annunciato di aver scoperto in che modo il Covid si è evoluto durante la sua fase embrionale. Tale ‘antenato’ del virus, che ha scatenato la pandemia globale, mettendo in ginocchio l’economia mondiale e il vivere quotidiano di miliardi di persone, è stato chiamato proCoV2. Di che cosa si tratta? Della primissima variante del coronavirus che, secondo gli scienziati che hanno lavorato allo studio, già si diffondeva nell’ottobre 2019.
La ricerca potrebbe offrire un’ottica totalmente nuova circa l’origine del virus, che è proliferato su scala globale dalla Cina, per poi ‘correre’ in Europa e infine in ogni angolo del pianeta.
Gli scienziati della Temple University, nel corso della loro analisi, hanno proceduto a ritroso, prendendo in esame le varianti, la diffusione e le mappe genetiche del virus. Dunque si è cominciato dalle ultime mutazioni, quelle sudafricane, inglesi, indiane e brasiliane, fino a mappare a come era il virus quando giunse da Wuhan.
“Le mutazioni del progenitore e dei suoi derivati hanno prodotto molti ceppi dominanti di Coronavirus – spiega Kumar in una nota -, che si sono diffusi episodicamente nel tempo. Questo genoma progenitore differisce dai genomi del primo Covid-19 campionato in Cina, il che implica che nessuno dei primi pazienti rappresenta il caso indice o ha dato origine a tutte le infezioni umane”.
Alla luce dei risultati ottenuti dalla ricerca, è lecito pensare che il cosiddetto paziente zero a livello mondiale potrebbe non aver avuto dimora a Wuhan. Infatti Kumar aggiunge: “Gli eventi di dicembre a Wuhan hanno rappresentato il primo evento di superdiffusione di un virus che aveva tutti gli strumenti necessari per provocare una pandemia”.
Il genetista Giuseppe Novelli dell’Università di Roma Tor Vergata, come riporta La Stampa, spiega che il virus ha un “tasso di mutazione di circa 2 mutazioni al mese” e che ha avuto “origine almeno 6-8 settimane prima del genoma isolato in Cina, noto come Wuhan-1”. Lo studio della Temple University, puntualizza Novelli, potrebbe anche dare un apporto cruciale alle cure anti Covid perché si potrebbero trovare soluzioni che “funzionano sull’intera famiglia di virus, invece di uno”.