Open Arms a Lampedusa, Trenta e Toninelli attaccano Salvini
I ministri Trenta e Toninelli non firmano il blocco della nave Open Arms. Salvini: "Siamo soli contro tutti"
La nave Open Arms è ferma in prossimità del porto di Lampedusa. Secondo quanto riporta La Repubblica, il personale della Capitaneria di porto, della Guardia di Finanza e i medici del Cisom sono saliti a bordo dell’imbarcazione per un’ispezione. Intanto, la Procura di Agrigento ha inviato a Roma un fascicolo per abuso d’ufficio in favore della Ong spagnola; se la nave non sarà fatta attraccare in tempi brevi, potrebbe decidere di intervenire.
Open Arms a Lampedusa, il tweet di Salvini
Il leader della Lega Matteo Salvini ha pubblicato un tweet sul suo account ufficiale: “Sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col PD al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà”.
“Gli Italiani hanno bisogno di un governo forte” continua Salvini su Twitter, non è ammessa timidezza quando sono in gioco la sicurezza e i confini della Patria. Che è dovere di ogni cittadino, e a maggior ragione di ogni ministro, difendere”. Nella giornata di ieri, il ministro dell’Interno si era scontrato anche con il premier Conte sulla decisione di intervenire in merito al blocco della nave.
Open Arms a Lampedusa, Leoluca Orlando attacca Salvini
Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha duramente attaccato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Secondo quanto riporta Il Giornale, ha dichiarato: “Il provvedimento del Tar che sospende il divieto di sbarco dei naufraghi salvati dalla Open Arms conferma due cose. La prima è che le decisioni del ministro Salvini sono oltre che palesemente disumane, del tutto illegali. La seconda è che per fortuna i principi e la concreta applicazione della nostra Costituzione garantiscono ancora un quadro di diritti fondamentali che i continui attacchi allo Stato di Diritto non sono riusciti ad intaccare”.
Open Arms a Lampedusa, il rifiuto della ministra Trenta
La ministra della Difesa Elisabetta Trenta non ha firmato il blocco della nave Open Arms, che era rimasta al largo delle acque di Lampedusa per 14 giorni. Dopo la decisione del Tar del Lazio di sospendere il divieto d’ingresso, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva firmato nella notte un nuovo decreto per impedire alla nave con a bordo 147 migranti di sbarcare in Italia.
Il Corriere della Sera riporta le parole della ministra: “Ho deciso di non firmare il nuovo decreto del ministro degli Interni. Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza. Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato”.
Open Arms, anche Toninelli non firma il divieto
Anche il ministro dei Trasporti Toninelli ha deciso di non firmare il nuovo divieto: ” Emettere un nuovo decreto identico per farselo bocciare di nuovo dal Tar dopo 5 minuti”, queste le parole del ministro riportate da Repubblica, “esporrebbe la parte seria del governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. Questo non significa che dobbiamo accogliere tutti i migranti di Open Arms. La nostra linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici, poi l’Europa e in primis la Spagna inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti. Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo”.
Open Arms a Lampedusa, in attesa dell’ok per lo sbarco
La Ong spagnola Open Arms ha twittato: “Giorno 14. Vediamo terra. Lampedusa. Il decreto è stato sospeso, siamo in Italia. Continuiamo a non avere un porto, ma la fine di questo incubo è più vicina. L’umanità prevarrà su questa follia”. Eppure, la nave si trova ancora in un limbo nell’attesa di sapere se effettivamente i migranti potranno sbarcare o meno: la situazione appare tranquilla ma una nuova, eventuale, lunga attesa potrebbe compromettere gli equilibri precari a bordo.