Omicidio Sharon Verzeni, vestiti e oggetti di Moussa Sangare inviati al Ris di Parma: cosa si sta cercando
La procura di Bergamo ha inviato i vestiti di Moussa Sangare al Ris per alcuni accertamenti irripetibili: cosa stanno cercando gli inquirenti
Accertamenti irripetibili. Il Ris di Parma analizzerà vestiti, braccialetti e tutto i contenuto nella borsa buttata da Moussa Sangare nel fiume Adda dopo l’omicidio di Sharon Verzeni. Tra i reperti anche il coltello considerato l’arma del delitto.
- La borsa di Moussa Sangare
- Le analisi dei Ris: cosa cerca la procura
- Il coltello tenuto come souvenir
La borsa di Moussa Sangare
La procura di Bergamo ha in caricato il Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri responsabile per il Nord Italia, il Ris di Parma, di analizzare il contenuto della borsa in cui Moussa Sangare aveva nascosto ciò che indossava durante l’omicidio di Sharon Verzeni.
Si tratta principalmente di vestiti, ma anche di braccialetti e di qualsiasi cosa l’assassino della donna avesse addosso al momento dell’aggressione della donna, avvenuta attorno alla mezzanotte tra il 29 e il 30 luglio scorso.
Il sopralluogo presso la casa di Sangare
Sangare li aveva buttati nel vicino fiume Adda, all’altezza del comune di Medolago, a metà strada tra il suo paese di residenza, Susio, e Terno d’Isola, dove invece è avvenuto l’omicidio confessato dal 31enne.
Le analisi dei Ris: cosa cerca la procura
Il Ris si occuperà di svolgere alcuni esami molto specifici sui campioni rinvenuti sui vestiti di Sangare, che sono detti irripetibili. Queste analisi vanno svolte alla presenza degli avvocati difensori e necessitano per essere completati della distruzione del campione.
Per questa ragione non possono essere ripetuti in futuro. Si tratta di analisi molto importanti nonostante l’uomo abbia già confessato l’omicidio. La procura infatti dovrà comunque portare a processo Sangare per dimostrare le aggravanti.
L’ipotesi di reato è quella dell’omicidio con l’aggravante dei futili motivi. Lo stesso Sangare ha dichiarato di non aver avuto un movente preciso per l’omicidio e di aver scelto Sharon Verzeni sostanzialmente a caso.
Il coltello tenuto come souvenir
Tra i reperti che il Ris potrà analizzare per svolgere gli esami irripetibili c’è anche il coltello con cui Sangare avrebbe ucciso Sharon Verzeni secondo quanto dichiarato dallo stesso 31enne alla procura di Bergamo.
L’assassino reo confesso non aveva infatti buttato l’arma nel fiume insieme al resto di quello che indossava nella notte tra il 29 e il 30 luglio: “Non l’ho buttato nel fiume perché ho pensato che avrei potuto trovarlo ancora lì” ha dichiarato.
“Volevo tenerlo per avere memoria di quello che avevo fatto, come un ricordo” ha poi aggiunto lo stesso Sangare.