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Omicidio Laura Ziliani, il caso dell'ex vigilessa uccisa a Brescia nel giorno della Festa della mamma

L'omicidio di Laura Ziliani dal punto di vista criminologico: l'assassinio nel giorno della Festa della mamma che ha sconvolto Brescia

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Spesso si ritiene, quasi sicuramente suggestionati in modo potente dal paesaggio bucolico e idilliaco, che il male non esista nelle amene zone di montagna. O, almeno, che non esiste come lo concepiamo, che sia diverso da quello che alberga nelle grandi città e che vediamo a ogni angolo di strada, ad ogni stazione della metropolitana, in ogni via scarsamente illuminata. Purtroppo, non è così. Lo dimostra l’omicidio di Laura Ziliani, una ex vigilessa di 55 anni, trovata morta l’8 agosto 2021 a Temù, in provincia di Brescia, nella Valcamonica. Un’orripilante storia di matricidio, dove le figlie hanno ucciso la madre in concorso con il fidanzato di una delle due.

Prima di addentrarci nella disamina ricostruttiva e criminologica di questa tragica vicenda, che ricorda una di quelle di Eschilo o di Euripide, è quanto mai opportuno e doveroso effettuare una precisazione preliminare.

Sebbene gli attori di questa storia abbiano confessato – in modo completo e totale – la loro tremenda responsabilità penale (com’è noto, in ogni ordinamento giuridico, la confessione, quando libera  e spontanea, è considerata la prova-regina), il rispetto per il fondamentale principio di presunzione di innocenza si impone sempre. Fino a sentenza passata in giudicato.

Chi era Laura Ziliani

Laura Ziliani è una tranquilla e simpatica signora bresciana di mezza età, 55 anni per la precisione.

Dipendente comunale di Roncadelle, in passato ha vestito i panni di vigilessa urbana nel comune di Temù.

La sua vita è stata già terribilmente segnata da una tragedia familiare: nel 2012 ha perso il marito per un incidente in montagna.

Dopo la morte del compagno decide di trasferirsi a Brescia.

Ha tre figlie: Silvia, Paola e Lucia, quest’ultima è disabile.

La sua sembra una famiglia come tante altre, almeno all’apparenza: ma si sa, spesso l’apparenza inganna.

La festa della mamma del 2021 

È il 7 maggio 2021, vigilia della festa della mamma.

Due delle figlie di Laura Ziliani, Silvia e Paola, organizzano per la madre una festa e la invitano nella loro casa di Temù.

La donna accetta volentieri l’invito: è l’8 maggio quando vi si reca e, oltre alle figlie, trova anche il fidanzato di Silvia, Mirto Milani, non particolarmente gradito alla madre.

La festa sembra andare per il verso giusto, ma il 9 maggio Laura Ziliani scompare nel nulla.

La scomparsa e le prime indagini 

Le figlie – particolarmente allarmate e sconvolte – allertano le forze dell’ordine.

Sospettano che la madre, appassionata di escursioni naturalistiche, sia rimasta vittima di qualche tragico incidente e indirizzano le indagini in tal senso.

Al tempo stesso, si danno da fare fino allo spasimo per collaborare alle ricerche, rivolgendosi a tutte le redazioni di giornali e telegiornali nonché alle più note trasmissioni dedicate alle persone scomparse, lanciando appelli disperati accompagnate da copiose lacrime: sembrano veramente distrutte.

Si scoprirà poi che è tutta una sconvolgente e grottesca messa in scena. Una farsa, forse anche mal recitata.

I compaesani sono diffidenti, conoscono i rapporti turbolenti e burrascosi fra le due ragazze e la madre.

Il ritrovamento del cadavere  

Esattamente due mesi dopo la scomparsa dell’ex vigilessa di Temù, gli investigatori – dopo aver già rinvenuto oggetti della donna scomparsa nei giorni precedenti – trovano i resti di un corpo nei pressi del fiume Oglio.

La vittima è stata seppellita, in maniera maldestra,  coperta da ben 25 chilogrammi di malta, dopo che si era tentata una prima sepoltura, interrotta a causa dell’estrema durezza del terreno.

Il cadavere è in avanzato stato di decomposizione, ma il pensiero di tutti è che quello sia il corpo di Laura Ziliani.

Vengono effettuati i prelievi per la comparazione genetico-forense e il risultato conferma i peggiori timori.

Inoltre, i primi rilievi tecnico-scientifici e l’autopsia confermano che la donna è stata soffocata.

I primi sospetti 

I concittadini della donna sono esterrefatti. Laura Ziliani era una che si faceva voler bene, era molto stimata e apprezzata per aver cresciuta da sola tre figlie, di cui una disabile.

Ben presto le voci della gente iniziano a incolpare del tragico evento proprio le figlie. Ne parlano male, Molte persone affermano apertamente che i rapporti familiari erano tesi.

Inoltre c’era quel giovane, Mirto, il fidanzato di Silvia, che non era ben visto dalla donna e per la verità nemmeno dai suoi conoscenti.

Agli inquirenti non serve molto tempo per orientare i loro sforzi verso il terzetto sospettato.

C’è poi un elemento aggiuntivo: l’app del contapassi sul telefono di Laura Ziliani registra appena 38 passi il giorno della scomparsa. Come se la donna non fosse proprio uscita da casa sua: è improbabile che abbia fatto un’escursione.

Pertanto si fa strada l’ipotesi che la sventurata sia stata uccisa in casa e successivamente, al fine di depistare, trasportata altrove.

L’arresto delle figlie e del fidanzato Mirto

È il 24  settembre 2021 quando Silvia, Paola e Mirto vengono arrestati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Nel frattempo, l’autopsia evidenzia che la donna è stata soffocata e che nei polmoni non ci sono liquidi: questo dimostra che l’incidente da escursione non è possibile. Se è finita in acqua ci è finita già priva di vita.

Viene pertanto smentita la tesi sostenuta dai tre arrestati.

omicidio laura ziliani figlieFonte foto: ANSA
L’arrivo in tribunale, per l’udienza preliminare, di Paola e Silvia Zani, accusate – insieme a Mirto Milani – dell’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù, in uno scatto del 27 giugno 2022

Quasi sicuramente si è trattato di quello che, in criminologia, viene definito criminal staging: un’alterazione intenzionale della scena del crimine.

Dettagli inquietanti 

Intanto, il già macabro mosaico si arricchisce di nuovi inquietanti tasselli.

La più piccola delle figlie della donna uccisa, Lucia, dichiara agli inquirenti che le sorelle avevano iniziato a trattare male la madre, spalleggiati anche da Mirto.

Inoltre, emergono degli elementi in base ai quali il giovane, navigando su Internet, avrebbe visitato diversi siti di crimini e criminali, in alcuni dei quali si descrivevano anche le condotte per commettere un crimine e rimanere impuniti.

Infine, come una velenosa ciliegia sulla torta, sembra che vi fosse una sorta di relazione a tre fra Silvia, Paola e Mirto.

La confessione 

Il tempo trascorre veloce e un anno dopo, nel maggio 2022, i tre sono in carcere in attesa del processo, ma già condannati dall’opinione pubblica.

All’improvviso, il colpo di scena. Tutti e tre, in rapida successione, chiedono di essere ascoltati dal magistrato e confessano.

Non ci sono più dubbi. A uccidere la povera Laura Ziliani sono state le prime due figlie Silvia e Paola aiutate da Mirto. Il movente? I soldi.

Tutti descrivono il criminale terzetto come avido di denaro, ci sarebbero anche delle intercettazioni a testimoniarlo.

Vanno poi aggiunte le dichiarazioni della figlia minore e della madre della vittima, che confermano i rapporti tesi.

Sostanzialmente, i tre avrebbero desiderato ardentemente il cospicuo patrimonio di Laura Ziliani, così tanto da ucciderla.

Quanti soldi aveva Laura Ziliani 

Sembra che Laura Ziliani avesse un notevole patrimonio immobiliare che da tempo era finito nelle mire dei tre presunti assassini: avrebbero voluto vendere alcune case per intascare i soldi e concedersi lusso e bella vita.

Le continue liti familiari erano dovute alla resistenza della vittima.

È plausibile che la nera regia dell’esecuzione del matricidio sia stata concepita proprio dal fidanzato di una delle figlie.

La ricostruzione dell’omicidio

Dalle accurate indagini svolte dagli inquirenti, dalle evidenze probatorie, da alcune intercettazioni e dalle confessioni dei tre (con la deposizione anche di un compagno di cella del giovane, al quale lo stesso avrebbe raccontato come si erano svolti i fatti) l’orripilante omicidio sarebbe stato perpetrato mediante un dolce infarcito di una forte quantità di potenti benziodiazepine.

Ciononostante, quando i tre criminali si sono resi conto che la donna non aveva ancora perso i sensi, le sarebbero saltati addosso, tentando di soffocarla con un sacchetto di plastica.

A quel punto, la donna avrebbe perso i sensi e sarebbe stata trasportata sull’argine del fiume Oglio: lì, sarebbe stata seppellita viva.

Ad aggiungere orrore a orrore, il fatto che sia stato perpetrato proprio il giorno della festa della mamma.

Anzi, organizzato proprio per quell’occasione, sfruttando la ricorrenza, come escamotage delittuoso.

laura-ziliani Fonte foto: ANSA
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