Laura Ziliani, cosa cercava su Google il fidanzato della figlia: emergono altri inquietanti dettagli sul caso
Emergono altri dettagli in merito all'omicidio di Laura Ziliani, l'ex vigilessa bresciana uccisa nel maggio 2021
A più di un anno di distanza dall’omicidio di Laura Ziliani, le indagini sul caso hanno avuto una decisiva accelerata. Nelle scorse ore Mirto Milani ha confessato l’omicidio dell’ex vigilessa di Temù (Brescia), avvenuto l’8 maggio 2021. Il giovane ha reso la sua versione durante un lungo interrogatorio in carcere avvenuto dopo la chiusura delle indagini da parte della Procura. L’interrogatorio è stato richiesto dallo stesso Milani.
Milani, compagno della primogenita di Laura Ziliani, si trova in galera dal 24 settembre scorso così come Paola e Silvia Zani, due delle tre figlie della vittima. Anche loro hanno chiesto l’interrogatorio.
- Laura Ziliani, gli accusati ricercavano online metodi per uccidere le persone
- Le versioni anomale di Mirto e delle sorelle Zani
- Il movente di natura economica
Laura Ziliani, gli accusati ricercavano online metodi per uccidere le persone
I tre, secondo l’accusa, nel progettare l’assassinio dell’ex vigilessa, avrebbero fatto delle ricerche online specifiche circa il come procedere per perpetrare un omicidio.
L’arresto di una delle figlie di Laura Ziliani
Gli inquirenti, spiega Il Messaggero, hanno spiegato che “nel corso di una conversazione registrata il 7 febbraio tra Paola Zani ed un’amica, la prima, interrogata dalla conoscente circa quello che sarebbe potuto uscire dai computer sequestrati presso la loro abitazione, si mostrava preoccupata in quanto su un canale di crime Mirto ha fatto ricerche su come uccidere la gente, piante velenose, crimini perfetti, serial killer, torture. Asserendo che anche la sorella Silvia e lei stessa risultavano iscritte ad un canale di Youtube denominato troucrime a dire della stessa indagata avente contenuto informativo”.
Le versioni anomale di Mirto e delle sorelle Zani
Gli inquirenti hanno iniziato a seguire la pista che portava a Mirto e alle due sorelle dopo che questi hanno fornito delle versioni con diverse anomalie, “inducendo i carabinieri e la Procura a ritenere poco credibile la versione dell’infortunio o del malore in montagna” da parte della Laura Ziliani.
Chi indaga è convinto che non ci sia stato alcun malore ma che anzi si sia innanzi a un omicidio “frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini”.
Il movente di natura economica
Sempre chi indaga è convinto che il movente dell’assassinio sia da ricercare in questioni di natura economica: ” tre indagati avevano un chiaro interesse a sostituirsi a Laura Ziliani nell’amministrazione di un vasto patrimonio immobiliare al fine di risolvere i rispettivi problemi economici”.