Omicidio di Giada Zanola gettata dal cavalcavia della A4 a Vigonza, la confessione all'amica prima di morire
Nuovi dati sull'omicidio di Giada Zanola, gettata da un cavalcavia sull'A4: l'amica mostra l'ultimo preoccupante messaggio
Si aggrava la posizione di Andrea Favero, il camionista 40enne in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. Fu lui, presumibilmente, a gettare la compagna Giada Zanola da un cavalcavia sulla A4. La situazione dell’uomo si aggrava e dalle testimonianze di un’amica della vittima sorgono racconti di ripetute violenze.
- La confessione all’amica e la paura dello stupro
- L’omicidio di Giada Zanola dal cavalcavia dell’A4
- La posizione del compagno Andrea Favero
La confessione all’amica e la paura dello stupro
A oltre tre mesi dall’omicidio di Giada Zanola, gettata da un cavalcavia sull’autostrada A4 vicino Padova, spuntano nuovi elementi utili a ricostruire le dinamiche di coppia sfociate nel femminicidio.
La sera prima di perdere la vita, Zanola aveva mandato un messaggio a un’amica: “Mi sento fiacca, ci vedo doppio”. Erano le 20.34, al “come mai?” dell’amica, la donna non risponderà più.
Fiori sul cavalcavia in omaggio alla vittima
Non era la prima volta che Giada Zanola raccontava di disturbi del genere. Nel mese di aprile aveva raccontato di essersi sentita male, aver vomitato e perso conoscenza “dopo aver bevuto un cocktail che mi ha fatto Andrea”.
La donna temeva – così come dal racconto all’amica su WhatsApp – di essere stata violentata da incosciente dal suo compagno, che premeva per un secondo figlio.
L’omicidio di Giada Zanola dal cavalcavia dell’A4
L’ipotesi che Andrea Favero drogasse la compagna potrebbe essere confermata dagli esami tossicologici eseguiti sul corpo della vittima.
Sugli abiti della 33enne è stata riscontrata la presenza di particelle di benzodiazepine, sostanza alla base di numerosi tranquillanti e narcotizzanti.
Se somministrato in quantità eccessive, il benzodiazepine può portare a uno stato di incoscienza. Zanola, così come riferito dall’autopsia, era viva al momento della caduta dal cavalcavia, ma potrebbe essere stata priva di sensi.
La posizione del compagno Andrea Favero
Giada Zanola aveva paura del compagno, alle amiche raccontava di liti e violenze e della paura di poter diventare vittima di revenge porn. La donna aveva annullato le nozze programmate per il mese di settembre.
Nella giornata seguita al ritrovamento del cadavere, Andrea Favero negherà qualsiasi coinvolgimento, per poi confessare tutto agli agenti della squadra mobile.
Confessione priva di validità giuridica, perché avvenuta senza la presenza del pm. Qualche ora dopo, di fronte al Pubblico Magistrato, l’uomo negherà tutto.
Attualmente, in attesa di processo, si trova in carcere con l’accusa di omicidio aggravato. “Ero sul cavalcavia con lei quella notte ma non so cosa sia successo”, è la sua versione.