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Nuovo record di temperatura degli oceani con i suoi 20,96 gradi: mai così caldi, quali saranno le conseguenze

Oceani mai così caldi: 20,96 gradi centigradi ad agosto, la situazione potrebbe peggiorare a marzo 2024. Quali saranno le conseguenze

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Gli oceani non sono mai stati così caldi. La temperatura media della superficie ha raggiunto i 20,96 gradi centigradi, come riportato da Copernicus, programma di osservazione della Terra dell’Unione europea. Si tratta di un problema enorme per l’ecosistema e l’equilibrio del pianeta. Le conseguenze potrebbero essere disastrose.

Oceani bollenti, il nuovo record è drammatico

Gli oceani hanno raggiunto la loro temperatura più calda mai registrata, toccando i 20,96 gradi centigradi.

La media giornaliera globale della superficie marina ha battuto il record de marzo 2016 (20,95 gradi).

oceani caldi temperaturaFonte foto: Getty

Perché gli oceani stanno diventando più caldi

Ma perché gli oceani diventano sempre più caldi?

Secondo gli scienziati la colpa è del cambiamento climatico, dato che il mare assorbe il calore.

Le ondate di caldo marino sono raddoppiate per frequenza tra il 1982 e il 2016, diventando più intense e più lunghe. Lo certifica l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Mentre le temperature dell’aria hanno visto alcuni aumenti drammatici negli ultimi anni, gli oceani impiegano più tempo a riscaldarsi, anche se hanno assorbito il 90% del riscaldamento della Terra dalle emissioni di gas serra.

Secondo la dottoressa Karina von Schuckmann della Mercator Ocean International, il calore potrebbe essere stato immagazzinato nelle profondità dell’oceano e ora sarebbe arrivando in superficie: il tutto potrebbe essere collegato a El Niño, fenomeno climatico periodico che provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale nei mesi di dicembre e gennaio, in media ogni 5 anni, con un periodo statisticamente variabile fra i 3 e i 7 anni.

A sua volta, questo rende il clima in tutto il mondo in media più caldo.

Le temperature del mare in questo momento hanno battuto il record stabilito nel 2016, proprio quando El Niño era al massimo.

Un altro El Niño ha caratterizzato l’estate 2023, anche se gli scienziati affermano che si tratti ancora di un fenomeno debole (il picco è atteso in inverno): questo significa che le temperature degli oceani potrebbero aumentare ancora di più.

Le conseguenze per il pianeta

Il problema è che le acque più calde hanno una minore capacità di assorbire l’anidride carbonica (CO2) rilasciata dai gas serra.

Questo vuol dire che più CO2 resterà nell’atmosfera, contribuendo a far scaldare ancora di più la Terra.

Inoltre, le acque più calde possono aumentare la velocità con cui i ghiacciai si sciolgono e sfociano nell’oceano (e non si tratta di “cicli”, come dichiarato dal ministro Matteo Salvini). La conseguenza, ovvia, sarà l’aumento del livello del mare, con intere popolazioni a rischio.

Anche gli animali e la vita marina sono pesantemente colpiti: pesci e balene si muovono cercando acque più fresche, sconvolgendo la catena alimentare.

Alcuni predatori, come gli squali, potrebbero diventare molto più aggressivi, confusi dalle alte temperature dei mari.

Cosa dicono gli scienziati

La dottoressa Kathryn Lesneski, che sta monitorando un’ondata di caldo marino nel Golfo del Messico per conto della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), ha aggiunto – citata dalla Bbc – che “al momento c’è un diffuso sbiancamento dei coralli nelle barriere coralline poco profonde in Florida” e che “molti coralli sono già morti”. Proprio in Florida, la scorsa settimana, la temperatura della superficie del mare ha raggiunto i 38,44 gradi, paragonabile a quella di una vasca idromassaggio. Normalmente le temperature dovrebbero essere comprese tra i 23 e i 31 gradi, secondo la NOAA.

Matt Frost, del Plymouth Marine Lab nel Regno Unito, ha dichiarato che “stiamo sottoponendo gli oceani a uno stress maggiore di quanto abbiamo mai fatto in qualsiasi momento della storia”, riferendosi al fatto che anche l’inquinamento e la pesca eccessiva modificano gli oceani.

La dottoressa Samantha Burgess, del Copernicus Climate Change Service, afferma che marzo dovrebbe essere il momento in cui gli oceani a livello globale sono più caldi (come effettivamente successo nel 2016), non agosto.

La stessa Burgess ha aggiunto che “più bruciamo combustibili fossili, più calore in eccesso verrà assorbito dagli oceani, il che significa più tempo ci vorrà per stabilizzarli e riportarli al punto in cui si trovavano” e che “le ondate di caldo marino che stiamo vedendo (nel Regno Unito – superiori dai 3 ai 5 gradi rispetto alla media, secondo l’Agenzia spaziale europea -, nel Nord Atlantico, nel Mediterraneo e nel Golfo del Messico, ndr), si stanno verificando in luoghi insoliti dove non ce le aspettavamo”.

temperatura-oceani Fonte foto: Getty
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