Nuovo Dpcm Natale, scontro tra Regioni e governo: le polemiche
Al termine del vertice Stato-Regioni sono tanti i governatori delusi dall'atteggiamento del governo, che ha accolto solo piccole modifiche al Dpcm
Al termine della conferenza Stato-Regioni, sul divieto di spostamenti tra Comuni “non si cambia nulla”. È quanto apprende Ansa da fonti di governo. L’esito del vertice, al quale si è collegato all’ultimo anche il presidente Giuseppe Conte, ha provocato le proteste dei governatori, delusi sulle misure previste dall’esecutivo per il Dpcm di Natale, in approvazione nelle prossime ore.
Queste le parole del premier Giuseppe Conte: “Ho partecipato alla conferenza delle Regioni che era un passaggio chiave perché abbiamo definito con loro e raccolto le loro osservazioni sulla bozza del Dpcm per gestire la pandemia nelle prossime settimane con particolare attenzione al periodo natalizio”.
Nuovo Dpcm Natale, scontro tra Regioni e governo: gli spostamenti
“Purtroppo dobbiamo rilevare che il Governo, al momento, non ha accolto nessuna delle nostre proposte di modifica al Decreto di Natale” ha commentato il presidente della Liguria Giovanni Toti al termine dell’incontro.
Rimane dunque vietato spostarsi dal proprio Comune nelle giornate del 25 e 26 dicembre e del 1 gennaio, nonostante nelle ultime ore questa norma in particolare avesse provocato un ampio dissenso, anche nella maggioranza.
Il Dpcm consente comunque di muoversi da una regione all’altra, o da un comune all’altro, per “stato di necessità”. Circostanza nella quale rientra la possibilità di raggiungere familiari, spesso anziani soli, che non possano godere della vicinanza dei parenti nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno.
Nuovo Dpcm Natale, scontro tra Regioni e governo: le novità
Tra le novità emerse dal confronto tra il governo e le Regioni sarebbero state accolte alcune modifiche proposte dai governatori su scuola e impianti sciistici.
La quota di studenti delle scuole superiori che il 7 gennaio torneranno in aula è stata alzata in una al 75% e non più del 50% come previsto dalla bozza del Dpcm.
Inoltre il governo ha ammesso due richieste da parte delle Regioni: chiarire l’inciso inserito nell’articolo 1 comma 9 lettera, che riguarda le “competizioni sportive di alto livello”, e sollecitare il Cts all’approvazione delle linee guida proposte dalla Regioni per l’apertura degli impianti sciistici.
Nuovo Dpcm Natale, scontro tra Regioni e governo: le reazioni
“Stupisce il vostro stupore” è stata la reazione del ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia alla delusione dei governatori.
“Le norme inserite nel decreto legge le conoscevate bene e sono state discusse in due riunioni nell’ultima settimana durate complessivamente 7 ore” ha detto il ministro ricordando i due punti centrali delle misure: coprifuoco alle 22 e limitazione alla mobilità tra le regioni.
“Fin dalla prima riunione – ha concluso – abbiamo detto con chiarezza che questi due punti erano per noi inamovibili”.
Ma il presidente della Liguria insiste: “Ora che il virus cala in molte zone del paese, prima tra tutte la Liguria, invece si decide di chiudere indiscriminatamente. E lo si fa proprio nei giorni in cui, a Natale e Capodanno, gli italiani, che si sono impegnati tento a rispettare le regole, avrebbero meritato un po’ di fiato”
Ora, ribadisce Toti, che c’è “la possibilità di vedere qualche amico e qualche parente. In più lo si fa penalizzando chi vive nelle piccole città, da cui nessuno potrà uscire neppure per fare pochi chilometri di strada. Nelle grandi città, al contrario, ovviamente gli spazi di libertà sono ben altri. Altro che “zone bianche”! I ristoranti continueranno a chiudere, come i bar, alle 18. E questo a prescindere dai dati della epidemia”.
Sulla stessa linea il collega della Lombardia: “Come Conferenza della Regioni abbiamo espresso il nostro disappunto per l’approvazione del decreto legge che è stato fatto nella notte e sostanzialmente ha impedito di poter entrare nel merito di una parte consistente” ha detto Attilio Fontana nel punto stampa all’uscita della conferenza.
“Abbiamo ribadito come questa scelta crea delle situazioni di difficoltà ai cittadini che si vedono nell’impossibilità di vedere i propri parenti, i nonni o i genitori anziani, e che crea un differente modo di comportamento tra le grandi città e i piccoli comuni. Esistono situazioni di parenti che si vedono divisi da una ‘linea di confine’ magari a 500 metri di distanza. È una situazione che noi ritenevamo di dover rivalutare” ma “non abbiamo potuto entrare nel merito”, ha concluso il governatore lombardo.