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No Green pass Trieste, portavoce Puzzer si dimette: appello della Uilt

Il portavoce del coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste, Stefano Puzzer, ha annunciato le sue dimissioni

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Sembrava voler annunciare la fine della protesta, salvo poi ripensarci e alla fine comunicare le proprie dimissioni dal Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste. Stefano Puzzer, portavoce del Clpt, volto diventato noto durante questi due giorni di sciopero contro l’obbligo del Green pass nello scalo giuliano, si fa da parte con un post: “È giusto che mi assuma le mie responsabilità” ha scritto sulla sua pagina Facebook.

No green pass, si dimette il portavoce dei portuali di Trieste: l’annuncio di Puzzer

Ho rassegnato le dimissioni dal Clpt di Trieste poiché è giusto che io mi assuma le mie responsabilità, una di queste è la decisione di proseguire il presidio fino al 20 di ottobre. La decisione è soltanto mia, non è stata forzata da nessuno, anzi non volevano accettarle ma io le ho pretese”, ha scritto

L’ormai ex portavoce ha specificato di essersi dimesso sia “dal ruolo di vicepresidente sia dal Coordinamento lavoratori portuali Trieste in seguito al caos generato dal comunicato e di ieri sera, perché sono errori che ho commesso io. Non voglio che la responsabilità cada su di loro.”

Il riferimento è al comunicato lanciato ieri intorno alle 19 dal Clpt dove si dichiarava la sospensione del blocco. Un annuncio che ha spiazzato il circa centinaio di No Green pass che ancora presidiano il varco 4 del porto di Trieste, per proseguire lo sciopero almeno fino al 20 ottobre, e che hanno sfogato la loro rabbia e delusione proprio su Stefano Puzzer, il quale ha dovuto fare marcia indietro.

“Ciao a tutti scusate ma il comunicato uscito a causa di male interpretazioni e stato stracapito – è stato il dietrofront di Puzzer – Il presidio non si molla assolutamente. La frase la battaglia è vinta si intende per la prima battaglia, è vinta e si continua. La frase con ‘domani chi vuole lavorare può’ significa che come negli altri chi vuole può andare a lavorare. Ed infine IL PRESIDIO CONTINUA. E NON SI MOLLA”, conclude il messaggio.

No green pass, si dimette il portavoce dei portuali di Trieste: le ragioni di Puzzer

Oggi sono arrivate infine le dimissioni dell’ex portavoce che dopo l’annuncio ha parlato con i manifestanti per spiegare le sue ragioni: “Stefano Puzzer non è il dio di nessuno, è uno che parla perché forse sa parlare meglio degli altri, perché è meno timido degli altri, ma questa lotta contro il decreto è di tutti i lavoratori portuali, di tutti i lavoratori italiani”, ha detto, davanti a un piccolo gruppo di presenti, accompagnato dal coro “la gente come noi non molla mai” e da diversi applausi

Puzzer ha ribadito comunque la sua posizione: “Io sciopererò fino al 20 ma tornerò a lavorare solo quando il Green Pass verrà ritirato. Andrò a portare pizze piuttosto oppure da Samer, dove non serve il Green Pass”.

No Green pass, arriva l’appello del sindacato Uilt: “Portuali Trieste non siano ostaggio minoranza”

Dopo le proteste “ci appelliamo alla maggioranza dei lavoratori del porto di Trieste perché non siano ostaggio di una minoranza che guarda solo a pregiudiziali politiche e non al merito delle questioni perché di merito non c’è assolutamente niente”. Lo afferma il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, parlando all’AdnKronos e rivolgendosi ai lavoratori del porto triestino che “hanno sempre mostrato concretezza, responsabilità e capacità di guardare alla sostanza delle cose”.

“E noi – rimarca Tarlazzi – lavoriamo per affrontare il merito delle cose e dare una risposta ai problemi. Per questo sono fiducioso in uno sbocco positivo perché credo nel buon senso della maggioranza dei lavoratori”.

“Abbiamo giudicato parziali  le misure della ministra Lamorgese – continua il segretario generale della Uiltrasporti – perché avrebbero dovuto essere estese a tutto il settore dei trasporti perché i porti sono un anello della catena e il rischio è che si blocchi tutta la filiera”.

“Il Governo non si è assunto le proprie responsabilità assumendo una decisione sull’obbligatorietà dei vaccini ma scaricando il problema su imprese e sindacati. Abbiamo sostenuto che il tampone dovesse essere gratuito perché presidio della sicurezza sul lavoro e il sistema avrebbe dovuto pagarli”, ha concluso Tarlazzi.

No Green pass, il giorno delle proteste: presidi e blocchi Fonte foto: ANSA
No Green pass, il giorno delle proteste: presidi e blocchi
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