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Nicolò Fagioli parla del caso scommesse prima degli Europei: "Divorato dal gioco, ho perso un sacco di soldi"

Nicolò Fagioli tra il sogno Europei e il caso scommesse: "Mi facevo schifo ma non potevo smettere, quando mi hanno scoperto è stata una liberazione"

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Vincenzo Corrado

GIORNALISTA

Giornalista professionista. Negli ultimi 16 anni ha ricoperto i ruoli di redattore, caposervizio e caporedattore per diverse testate locali e nazionali occupandosi di cronaca, cultura e sport. Attualmente direttore di una rivista di racconto sportivo

Nicolò Fagioli torna a parlare del caso scommesse. E lo fa a pochi giorni dalle scelte definitive del ct Luciano Spalletti, che ha inserito il centrocampista della Juventus nella lista dei preconvocati per gli Europei.

Fagioli e le scommesse: “Mi sentivo soffocare”

In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il talentino bianconero ha parlato a cuore aperto della dipendenza dal gioco che gli è costata una lunga squalifica.

Lo stop è stato un duro colpo per la Juve, oltre che per lui che, però, ha trovato la forza per riprendere un percorso che lo aveva portato ai massimi livelli.

Sono stato inghiottito da un vuoto. Mi sentivo soffocare ma non trovavo il modo di venirne fuori. Scommettevo tanto, ma non sulla mia squadra o su di me. Non volevo violare dei principi ai quali credo. Pensavo che giocare a calcio e alle scommesse, se le due rette non si incrociavano, non fosse grave. Non ho fatto male allo sport, non ho condizionato risultati o leso diritti di altri.

Le lacrime durante la partita con il Sassuolo

Fagioli racconta di una partita in particolare, quella con il Sassuolo, in cui ha provato emozioni negative impossibili da mascherare.

“Quando sono scoppiato a piangere non era solo per aver messo in difficoltà la mia squadra, ma perché in quel momento è scesa una cappa nera, tutto mi sembrava negativo, tutto scuro – ricorda la mezzala – Avevo sbagliato un pallone, ma il mio errore più grave era dentro di me. Il problema è che non ero più padrone di me stesso. Il gioco mi aveva divorato la vita, era diventato un assillo, un incubo“.

Un vizio, quello delle scommesse, per combattere la noia che, dice, gli “ha rovinato la vita. Ogni volta che usavo quel maledetto cellulare, ogni giorno e tante volte al giorno, mi sentivo come se fossi in campo”.

Prima di essere indagato e successivamente squalificato, del demone delle scommesse non ne aveva mai parlato con nessuno “perché mi vergognavo. Ho perso completamente il controllo di me stesso nel gennaio 2023. Giocavo male, mi allenavo peggio.La testa era altrove, mi faceva schifo quello che stavo vivendo, ma non potevo farne a meno”.

“Essere stato scoperto è stata una liberazione”

Il fatto che la vicenda sia venuta a galla, per Fagioli è stata “una liberazione. Un fattore esterno metteva fine a una fase contorta della mia vita e mi costringeva a scegliere: precipitare o rialzarmi”.

Certo però affrontare il processo mediatico non è stato facile: “Mi è dispiaciuto che certi giornali abbiamo descritto me e Tonali come due demoni. Io ho fatto male solo a me stesso. Non ho truccato partite o condizionato i risultati”.

Fagioli scommetteva su siti illegali: “E ho perso un sacco di soldi. Mi facevo schifo, mi sentivo un cretino, ma non potevo farne a meno”.

Fonte foto: ANSA

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