Nave Caio Duilio della Marina militare attaccata dagli Houthi nel Mar Rosso, l'ammiraglio: "Spareremo ancora"
Il Capo di stato maggiore della Difesa italiana parla della nave Duilio attaccata dagli Houthi nel Mar Rosso: “Se sarà necessario spareremo ancora”
In seguito all’attacco nei confronti della nave Caio Duilio, avvenuto nel Mar Rosso a opera dei ribelli Houthi, durante il quale la Marina militare ha drone diretto verso l’imbarcazione, il Capo di stato maggiore della Difesa italiana, Giuseppe Cavo Dragone, ha confermato che, in caso di ulteriori attacchi, il contingente italiano continuerà a difendersi rispondendo con il fuoco.
- Le parole dell’ammiraglio sull’attacco degli Houthi nel Mar Rosso
- L’attacco degli Houthi alla nave Caio Duilio della Marina militare
- La fiducia dell’ammiraglio Cavo Dragone
Le parole dell’ammiraglio sull’attacco degli Houthi nel Mar Rosso
“L’autodifesa, e la difesa estesa a favore del naviglio in transito, sono i principi fondanti della nostra attività”. Così l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, Capo di stato maggiore della Difesa italiana, ha chiarito il ruolo della Marina militare nel Mar Rosso in un’intervista rilasciata al Messaggero.
L’ammiraglio ci tiene quindi a precisare che “se sarà necessario, insomma, spareremo ancora. D’altronde siamo addestrati proprio per questo. Non ci facciamo spaventare”.
Cavo Dragone ha comunque chiarito, parlando del recente attacco subito dalla Marina a opera degli Houthi, che “le regole d’ingaggio sono chiarissime. La nostra unità le ha finora rispettate alla lettera”.
L’attacco degli Houthi alla nave Caio Duilio della Marina militare
Le parole dell’ammiraglio sono arrivate in seguito a un’azione militare della Marina, che lo scorso sabato 2 marzo ha abbattuto nel Mar Rosso un drone diretto verso la nave Caio Duilio.
“La Caio Duilio stava già monitorando alcuni droni e a un certo punto l’equipaggio si è reso conto che uno si è staccato dal gruppo e ha puntato la nostra unità – ha spiegato Cavo Dragone nella sua intervista – Quando il velivolo è arrivato a una certa distanza si è deciso di intervenire”.
“La decisione è stata presa quando si trovava a 6 mila metri di distanza – ha poi precisato l’ammiraglio – e l’ordine di sparare è stato dato quando era arrivato a 4.500. Tra allarme e intervento sono passati circa 50 secondi”.
La fiducia dell’ammiraglio Cavo Dragone
L’ammiraglio ha chiarito che la Duilio “svolge un’attività di monitoraggio. E possiamo anche sfruttare le informazioni che ci arrivano dagli alleati”. Nonostante ciò, la nave è di per sé sicura, essendo un mezzo creato “proprio per la difesa aerea: diciamo che questo tipo di azioni fanno parte della sua competenza diretta”.
L’ammiraglio ha specificato che, al momento, non ci sono stati altri incidenti in mare, ma che sicuramente la partecipazione italiana “ad Aspides con un ruolo così importante ci espone maggiormente. Ma questo è il nostro mestiere, ci addestriamo anche per combattere”.
A breve quindi, nel Mar Rosso potrebbero esserci “più navi e ulteriori sistemi d’arma. L’area esplorata sarà ampliata, il sistema a disposizione del comandante sarà più efficace – conclude poi l’ammiraglio – Con più apparati di difesa, e in zone più estese: possiamo garantire la protezione a un numero maggiore di convogli”.