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Napoli, si scioglie il sangue di San Gennaro e il vescovo parla ai politici: "No indifferenza sulla camorra"

Il terzo prodigio di San Gennaro è compiuto: il sangue si è sciolto. Il vescovo di Napoli invita i politici a impegnarsi sempre contro la camorra

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Il cosiddetto miracolo si è compiuto per la terza volta nella mattina di lunedì 19 settembre, di fronte ai fedeli: a Napoli si è sciolto il sangue di San Gennaro, e per il vescovo Mimmo Battaglia è stata l’occasione per alimentare l’entusiasmo della folla con un discorso sulla giustizia sociale e sulla lotta contro la camorra.

Si scioglie il sangue di San Gennaro, la gioia dei fedeli di Napoli

Alle 9.27 di lunedì 19 settembre si è compiuto il terzo miracolo di Napoli: il sangue di San Gennaro si è sciolto, e il prodigio tra le mani di don Mimmo Battaglia ha entusiasmato i fedeli che si sono lasciati andare in canti e preghiere.

Parliamo di terzo miracolo in quanto il primo si compie nel sabato che precede la prima domenica di maggio, in memoria del trasporto delle spoglie di San Gennaro da Pozzuoli a Napoli.

Sangue di San Gennaro a NapoliFonte foto: ANSA
A Napoli si è compiuto il terzo prodigio di San Gennaro: il sangue si è sciolto nell’ampolla

Il secondo avviene il 16 dicembre, per ricordare quella volta in cui il santo, nel 1631, con il suo patrocinio aiutò la città di Napoli per salvarla dall’eruzione del Vesuvio.

Il 19 settembre, giorno in cui ricorre il patrono di Napoli, è la data della decapitazione. Nella mattina don Battaglia ha sollevato le ampolle per mostrare ai fedeli che il prodigio era compiuto.

Un buon auspicio per la città di Napoli. Le ampolle resteranno esposte con il sangue ancora allo stato liquido per i prossimi otto giorni, durante i quali i fedeli potranno ammirare la teca.

Se da una parte il prodigio di San Gennaro è un momento di gioia, dall’altro don Battaglia ha parlato ai fedeli dei problemi che affliggono la città, l’Italia e il mondo, e lo ha fatto alla presenza di esponenti politici all’interno del Duomo.

L’omelia di don Battaglia

Un duplice omicidio a Ponticelli durante l’estate, quest’anno, ha rinnovato la paura dei cittadini nei confronti della criminalità organizzata.

Per questo don Battaglia, dal momento che al Duomo erano presenti il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, Dario Franceschini, Luigi Di Maio e il presidente della Regione Vincenzo De Luca.

Agli ospiti eccellenti ha ricordato l’importanza della lotta contro la camorra, ma soprattutto la pericolosità dell’indifferenza:

“Chi è più fortunato o semplicemente ha più mezzi culturali prima ancora che materiali per fare qualcosa, afferrato dal timore, dalla paura o peggio ancora dall’indifferenza, si gira dall’altra parte, facendo finta che non esistano il male cancerogeno della camorra e della cultura mafiosa, della povertà educativa e della disoccupazione, piaga che investe in modo drammatico i nostri giovani, spesso costretti a emigrare”.

L’ammonimento: “San Gennaro non è un oracolo”

Quindi, don Mimmo Battaglia ha precisato che il sangue di San Gennaro, così come il santo stesso, non sono oracoli ai quali affidarsi per conoscere il proprio presente o il proprio futuro.

Piuttosto, ammonisce don Battaglia, il cambiamento deve arrivare da chi ha gli strumenti per poterlo attuare. Così il vescovo si rivolge nuovamente ai politici: “Prega Gennaro, per l’Italia intera, per le tante famiglie attonite dinanzi a un costo della vita sempre più insostenibile e suscita nel cuore dei governanti e dei legislatori, a qualsiasi parte appartengano, il desiderio autentico di servire la comunità con onestà e senza privilegi“.

Parole, queste, condivise dal sindaco Manfredi intervistato dal ‘Corriere della sera’: “La città chiede a San Gennaro di essere un elemento di speranza e di attenzione per i più deboli e i più fragili e anche riferimento per tutti i napoletani che hanno sempre trovato speranza e forza per guardare al futuro”.

sangue-di-san-gennaro Fonte foto: ANSA
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