Morte Santelli: la malattia, la paura. Le sue parole toccanti
In un'intervista al Fatto Quotidiano, Jole Santelli aveva parlato del tumore : "Non voglio che mi perseguiti"
“Non ho mai nascosto la mia malattia, non voglio neanche però che essa mi perseguiti”. In un’intervista al Fatto Quotidiano del 12 gennaio scorso Jole Santelli, scomparsa la notte scorsa, raccontava del tumore sottolineando però come non voleva farsi condizionare. Per questo accettò la proposta di candidarsi alla Regione Calabria.
“Quando una persona subisce un attacco così violento alla propria vita, quando il dolore fisico si fa radicale e incomprimibile, allora quella persona ha due strade: deprimersi e farsi portare via dalla corrente, scegliere che il destino scelga per lei. Oppure attivarsi, concentrarsi e soprattutto ribellarsi. Quando Silvio Berlusconi mi offre la candidatura ringrazio felice, ma chiudo la telefonata e formo il numero del mio oncologo: posso candidarmi? Posso onorare il mandato quinquennale? Il medico risponde: non solo puoi candidarti ma mi auguro che io possa essere il tuo consulente negli anni della presidenza”.
Il tema della malattia era già venuto fuori subito dopo l’elezione per una fastidiosa raucedine che colpì la Santelli nei giorni del voto. Come riferisce l’Ansa, nelle ultime settimane si erano fatte insistenti voci che davano le sue condizioni in aggravamento.
Fu lei stessa a smentire a margine di una conferenza stampa alla Cittadella Regionale: “Fantasie malate di tanti che pensano di potere stabilire che cosa deve succedere nella mia vita”. “La trovo veramente una miseria umana – aveva detto -. Facendo i dovuti scongiuri, io sto bene, alla faccia delle malelingue. Ognuno si misura con la propria miseria umana perché un conto è la politica e un altro è l’umanità”.