Video dello scontro Meloni-Renzi in Senato al question time: frecciata della premier sui legami con Bin Salman
La premier Giorgia Meloni ha ribattuto alle critiche sull'aumento della benzina di Renzi rinfacciando al senatore i rapporti con l'Arabia saudita
Botta e risposta tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi in Aula. Durante il question time in Senato il presidente del Consiglio non ha perso l’occasione di rifilare una stoccata al leader di Italia viva che chiedeva conto dell’aumento del prezzo della benzina: “Se ci vuole dare una mano con il suo amico Bin Salman…” ha risposto la premier rinfacciando al senatore i rapporti con il principe ereditario dell’Arabia Saudita. Ma da parte di Meloni non sono mancate le frecciate anche verso altri bersagli.
Il question time
Eppure Giorgia Meloni ha dato inizio alla seduta con un ringraziamento alla collaborazione delle opposizioni per l’approvazione del ddl contro la violenza sulle donne: “Vorrei rivolgere un pensiero a Giulia Cecchettin e a tutte le donne vittime di violenza” ha premesso la premier ricordando la 22enne vittima di femminicidio e sottolineando che “esiste un terreno su cui siamo in grado i lavorare insieme e saremo sempre a disposizione per farlo”.
Le premier ha poi proseguito il question time sottolineando i “record occupazionali” sul mercato del lavoro, specialmente sulla occupazione femminile e ricordando il pacchetto di misure previsto in Ddl bilancio “soprattutto per le famiglie con figli”. In Aula Meloni ha affrontato, inoltre, il nodo sicurezza, l’intesta sui migranti con Tirana, “la promozione di 4 agenzie di rating” e il fatto che “lo spread sia ai minimi da molto tempo”.
Giorgia Meloni durante il question time in Senato
L’intervento di Renzi
Argomentazioni che non hanno convinto il senatore Matteo Renzi: “La premier dice che va tutto bene ma intanto i costi del pane e della benzina aumentano” ha affermato illustrando l’interrogazione di Italia viva.
“Chi avesse sentito in aula la sua risposta alla prima interrogazione – ha detto Renzi – penserebbe che viviamo in un Paese in crescita. Il cittadino da casa vive un’altra realtà” ha aggiunto Renzi elencando i dati di tutti gli aumenti dovuti all’inflazione, dalla benzina al pane, dal latte alla pasta.
“Ha detto che avrebbe bloccato l’immigrazione ed invece è raddoppiata – ha detto ancora il leader Iv – aveva detto che sarebbe uscita dall’Euro e avrebbe tenuto testa alla Germania e ieri l’abbiamo vista in altre vesti con il cancelliere Scholz, l’abbiamo vista nelle vesti di straordinaria attrice spiegare in un video che avrebbe abolito le accise sulla benzina e lei invece le ha aumentate. Il punto politico è che la sua coerenza si è fermata alle elezioni. Non le parlo della giustizia e del Pnrr”.
La stoccata di Meloni
Nella risposta a Renzi Giorgia Meloni non si è fatta sfuggire l’occasione: “Senatore Renzi la voglio ringraziare per questo assist, da lei francamente non mi aspettavo questa opportunità” ha detto.
“Io non ricordo di aver detto di voler uscire dall’euro. Ricordo di aver detto di voler stare in Europa a testa alta ed è quello che facciamo. Poi nessuno ha la bacchetta magica perché, ad esempio, il costo della benzina non dipenda da me. Ma se ci vuole dare una mano col suo amico Bin Salman…” è stata la replica sarcastica Matteo Renzi.
“Sul Pnrr io penso che anche qui si debbano fare i conti con il fatto che non c’è nessun ritardo – ha ha risposto la premier – Siamo stati i primi a presentare i piani e le uniche difficoltà sono per gli obiettivo che abbiamo ereditato come lo stadio di Firenze su cui le sue critiche sono state un po’ tardive. Noi non vogliamo disperdere le risorse per progetti che non sono realizzabili noi le vogliamo mettere a terra e si vedrò nelle prossime ore. Ancora una volta la speranza di una certa opposizione di tifare contro il fatto che all’Italia venivano pagate le rate è stata tradita”.
Le bordate della premier non hanno risparmiato però neanche i sindacati: “Sull’attenzione messa per i rinnovi contrattuali, – ha ironizzato Meloni – devo dire che questo ha portato un cambio di atteggiamento da parte di alcune organizzazioni sindacali. Prima avevano una mobilitazione contenuta, ho registrato dal 2012 al 2022 circa 6 scioperi generali, ora se ne fanno due ogni anno, ma anche questa è una buona notizia”.