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Maturità 2023 al via con la prima prova ma non nelle zone alluvionate: l'intervista a insegnante e studenti

Al via la Maturità 2023 con la prima prova,, ma non per tutti: per gli alunni delle alluvionate solo l'orale. Parlano un docente e due studenti

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Inizia oggi l’esame di Maturità 2023, ma non per tutti gli studenti italiani. Con l’ordinanza dell’8 giugno il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha escluso dalle prove scritte gli alunni che vivono nei territori colpiti dall’alluvione in Emilia-Romagna. Il provvedimento, pensato per semplificare l’esame, è stato invece criticato da studenti e docenti. I più colpiti sono gli scolari che faranno un esame diverso dai compagni perché residenti in zone che, anche in assenza di danni, sono comunque coinvolte dalla norma. È il caso, tra i tanti, dell’Istituto Mattei di San Lazzaro, a Bologna, che ha inviato una lettera al ministro per manifestare il disagio di professori e studenti. Ne ha parlato a Virgilio Notizie Andrea Lederi, docente del Mattei e promotore della lettera, insieme a due alunni dell’istituto.

Cosa prevede la maturità nei comuni alluvionati e perché è stata criticata

A meno di due settimane dall’inizio degli esami, il ministro Valditara ha deciso che gli studenti con residenza nei territori di Emilia-Romagna, Marche e Toscana colpiti dall’alluvione dovranno svolgere una maturità diversa, fatta solo dall’orale senza le prove scritte.

Questa scelta, pur ben intenzionata, ha scatenato molte reazioni negative, tra cui petizioni online di studenti romagnoli e lettere al Ministero, come quella inviata dall’Istituto Enrico Mattei di San Lazzaro, in provincia di Bologna.

alluvione emilia-romagnaFonte foto: ANSA
Uno scatto da Faenza, 19 maggio 2023

La reazione è stata di grande sconcerto” racconta a Virgilio Notizie Andrea Lederi, il professore di Storia e Filosofia del Mattei che ha ideato la lettera, firmata da tutti i 108 docenti della scuola compreso il preside: “Anzitutto da parte degli studenti e delle studentesse, perché si sono ritrovati da un giorno all’altro a dover preparare una maturità diversa, quando invece per tutto l’anno erano stati preparati per questa modalità scritti-orali, con tanto di simulazioni. Idem per noi docenti, perché è presente una mortificazione del nostro lavoro: cambiare all’ultimo significa non tenere in minimo conto il lavoro svolto”.

L’ordinanza, stabilendo il tipo di esame da sostenere in base alla residenza anagrafica degli studenti, fa sì anche tra compagni di classe si possano svolgere prove differenziate. “Nella nostra classe, per esempio saranno due coloro che faranno l’esame differente. Erano tre, ma uno due giorni fa è stato avvertito dalla scuola che l’anagrafica non era aggiornata”. Un doppio cambio della modalità esame deciso nell’arco di pochi giorni che, racconta Lederi, è stato stressante per i ragazzi.

Pur riconoscendo l’utilità dell’ordinanza per chi ha davvero subito danni dall’alluvione, l’intento della lettera del Mattei è sottolineare l’importanza della possibilità di scelta per gli studenti. “Questi ragazzi escono dall’esame di maturità, quindi si presume entrino con un rito di passaggio all’età adulta. Li riteniamo così inadatti, incapaci, inabili a fare questo tipo di scelta? I nostri ragazzi non cercano scappatoie, vogliono fare l’esame come gli altri perché si sono preparati per questo”.

Il commento alla risposta del ministro Valditara: non conosce “come funziona la scuola”

Alle tante critiche ricevute, il Ministero ha risposto di aver adottato le stesse misure applicate in passato in situazioni di emergenza. Valditara ha inoltre commentato che “non era possibile fare diversamente perché il rischio sarebbe stato veramente il caos”.

“Che tipo di caos intende il ministro?” si chiede Lederi, proponendo come soluzione un’autocertificazione con cui gli studenti interessati potessero scegliere se prendere parte all’esame normale.

Un passaggio che ogni scuola potrebbe fare facilmente usando gli elenchi delle residenze dei suoi iscritti. “Il ministro ha messo sullo stesso piano mesi di didattica a distanza con un anno scolastico che è stato svolto interamente in presenza – continua il docente -, dimostrando di non avere nessuna conoscenza reale di come funziona la scuola”.

A far pesare ancora di più l’ordinanza è infine la mancanza di normalità che ha già caratterizzato il percorso dei maturandi, passati attraverso due anni di pandemia. “Quest’anno è stato il primo in cui i miei ragazzi hanno fatto un viaggio d’istruzione, la prima volta dopo cinque anni” racconta Lederi. “Hanno perso moltissime occasioni di socializzazione, sono stati anche additati durante la pandemia di non rispettare le norme, quindi contribuire al contagio. Hanno bisogno e voglia di normalità”.

Le voci degli studenti del Mattei

I. e F. sono studenti del quinto anno del Mattei di San Lazzaro. Abitano, rispettivamente, a Monterenzio e in una frazione di Pianoro. Hanno scelto di parlare in forma anonima a Virgilio Notizie.

I loro comuni sono stati colpiti da esondazioni e frane, ma non le loro case e dintorni. Anche dopo l’alluvione, hanno potuto muoversi da casa a scuola senza problemi, così come fatto durante l’intero anno scolastico mentre preparavano la maturità tradizionale.

Nonostante questo, stamattina non hanno svolto la prima prova scritta con i loro compagni, perché casa loro rientra nelle aree per cui è prevista il solo esame orale.

“Non ho saltato neanche un giorno” racconta F. riguardo l’impatto dell’alluvione. “Abbiamo lavorato tutto l’anno in un determinato modo, mi sembra assurdo che venga detto il 9 giugno che cambia completamente l’esame”.

“Quando è arrivata la notizia, a neanche due settimane dalle prove scritte, sono rimasta un attimo sconvolta, proprio per il poco preavviso” racconta I. in merito all’ordinanza. “Se fosse stata data la possibilità agli studenti di scegliere se ricevere queste agevolazioni o meno, avrebbe avuto un senso” spiega I., riconoscendo l’utilità del provvedimento per alcuni alunni, ma non i motivi dell’imposizione.

Dal punto di vista didattico, i docenti hanno rassicurato che il cambio di formula d’esame non penalizzerà gli studenti coinvolti, anche se la sola prova orale potrebbe essere uno svantaggio per chi è più timido.

Quello che pesa ai maturandi, già passati attraverso due anni di pandemia, è però l’ennesima privazione di un momento di rito in presenza coi loro compagni. “Alla fine me ne sono fatta una ragione e sono riuscita a concentrarmi sullo studio” conclude I. “Rimane un po’ il dispiacere del fatto che non riuscirò a vivermi al massimo e normalmente questa esperienza, cioè il passaggio dall’adolescenza al mondo adulto vero e proprio”.

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