Marò, Massimiliano Latorre chiede il risarcimento danni allo Stato: "Ho rischiato la pena di morte"
Massimiliano Latorre chiede allo Stato un risarcimento danni, ma l'Avvocatura ricorda le spese sostenute per il caso dei due Marò
Continua la storia giudiziaria dei Marò: Massimiliano Latorre ha annunciato, tramite i suoi avvocati, che intende chiedere il risarcimento danni allo Stato. La notizia è riporta da ‘Il Fatto Quotidiano’.
- Marò, Massimiliano Latorre chiede il risarcimento allo Stato
- La vicenda
- La commissione di inchiesta e la richiesta di Girone
Marò, Massimiliano Latorre chiede il risarcimento allo Stato
Come riporta ‘Il Fatto Quotidiano’ il marò Massimiliano Latorre ha presentato una richiesta di risarcimento danni attraverso i suoi avvocati Fabio Anselmo e Silvia Galeone.
Per il momento non è dato quantificare la cifra che ‘Corriere della sera’ sostiene essere “certamente milionaria”.
Marò, Massimiliano Latorre chiede un risarcimento danni allo Stato
La richiesta di risarcimento è dovuta al fatto che lo Stato italiano lo rimandò in India dove rischiò la pena di morte. ‘Il Fatto Quotidiano’ parla di “imbarazzo per il governo di Giorgia Meloni”.
Sempre secondo “Il Fatto” l’Avvocatura dello Stato ricorda che l’Italia ha affrontato spese ingenti per questo caso, affidato ad un team internazionale di avvocati. Inoltre lo Stato aveva risarcito le famiglie dei due pescatori indiani con 40 milioni di rupie.
La vicenda
Quella dei due marò è stata una lunga vicenda giudiziaria che ha visto coinvolti due Paesi, l’Italia e l’India.
Il 15 febbraio 2012 la petroliera Enrica Lexie battente bandiera italiana si trovava a circa 20 miglia nautiche dalle coste del Kerala, in India, nel tratto che collega Galle (Sri Lanka) a Gibuti.
A bordo c’erano 34 persone tra cui 6 fucilieri di marina. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, rispettivamente capo di prima classe e secondo capo, si trovavano a bordo.
Alle 16:30 l’Enrica Lexie incrociò il peschereccio St. Antony a bordo del quale si trovavano due pescatori indiani Ajeesh Pink e Valentine Jelastine.
I marò a bordo dell’Enrica Lexie credettero di trovarsi sotto un attacco pirata e per questo spararono contro il peschereccio. Pink e Jelastine persero la vita.
Il 17 febbraio la nave italiana fu messa in stato di fermo e due giorni dopo, il 19 febbraio 2012 Massimiliano Latorre e Salvatore Girone furono arrestati.
Da quel momento iniziò la lunga vicenda giudiziaria.
La commissione di inchiesta e la richiesta di Girone
L’ultima battuta del caso dei marò è stata l’archiviazione disposta dal Tribunale di Roma, secondo il quale i due marò avrebbero agito nel contesto della legittima difesa.
Il 20 ottobre il deputato di FDI Edmondo Cirielli ha depositato in Parlamento un disegno di legge per una commissione parlamentare di inchiesta “sulla condotta delle autorità nazionali nella vicenda relativa ai fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone”.
Latorre ricorda che in India rischiò la pena di morte, e lo stato di stress dovuto all’intera vicenda gli procurò un’ischemia nel settembre 2014.
Una richiesta di risarcimento potrebbe arrivare anche da Salvatore Girone.