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Magistrati in protesta: le toghe lasciano l’aula mentre parla il Governo, manifestazioni in tutta Italia

Si attua la protesta dei magistrati annunciata da Anm. Le toghe lasciano l’aula di fronte ai rappresentanti del Governo

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Si inaugura un nuovo anno giudiziario, un anno che inizia con la protesta di giudici e magistrati. In tutta Italia, da Napoli a Milano fino a Roma, Genova e Palermo, le toghe – levando al cielo la Costituzione – hanno lasciato l’aula quando a prendere la parola è stato un rappresentante del Governo. La protesta si rivolge contro la riforma costituzionale della giustizia che prevede la separazione delle carriere.

Le toghe lasciano l’aula

Il 25 gennaio si inaugura il nuovo anno giudiziario e in tutta Italia sono previste celebrazioni ufficiali condotte da esponenti del Governo.

La giornata celebrativa ha preso inizio a Napoli, con il ministro della Giustizia Carlo Nordio presente al distretto della Corte d’Appello campano.

Protesta dei magistratiFonte foto: ANSA
L’intervento del ministro Nordio alla Corte d’Appello di Napoli

Quando il ministro ha preso la parola sul podio, tuttavia, i magistrati presenti hanno abbandonato il Salone dei Busti di Castel Capuano dove si è svolta la celebrazione.

Lo stesso è accaduto a Roma, dove le toghe hanno lasciato l’aula della Corte d’Appello di fronte al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Ugualmente, un centinaio di magistrati tra cui il presidente del Tribunale Fabio Roia hanno disertato l’Aula magna di Milano al momento in cui ha preso parola Monica Sarti, capo dell’ispettorato generale del ministero della Giustizia.

Oltre 100 magistrati si sono riuniti di fronte al Palazzo della Giustizia di Genova urlando “Viva la Costituzione”. A Palermo le toghe sono entrate in aula sollevando al cielo la Costituzione.

La protesta dei magistrati

La protesta dei magistrati si svolge contro la proposta di legge di riforma costituzionale in tema di separazione delle carriere.

Il cosiddetto ddl Nordio punta a dividere le carriere dei magistrati requirenti (che nei processi rappresentano l’accusa) da quella dei magistrati giudicanti.

Il disegno di legge prevede anche la creazione di due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e l’equivalente per la magistratura requirente.

La proposta di legge è stata approvata alla Camera il 16 gennaio 2025, in solo una settimana e senza alcun emendamento, ed è attualmente all’esame del Senato.

Le parole del ministro Nordio

“Il dissenso è il sale della democrazia e ringrazio i magistrati per aver espresso il loro dissenso in maniera composta” ha affermato Carlo Nordio mentre le toghe abbandonavano l’aula.

Il ministro della Giustizia ha poi sottolineato che “pensare che un ex magistrato come me, che ha servito lo Stato per oltre 30 anni, possa avere l’obiettivo di umiliare la magistratura è ingiusto”.

Ribadendo la non intenzione di intaccare l’indipendenza dei magistrati, il Guardasigilli ha aggiunto: “Nessuno vorrebbe un pubblico ministero sottoposto al potere esecutivo. Non io. È scritto nella Costituzione e non avverrà mai”.

protesta-magistrati Fonte foto: ANSA
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