Madre e figlia trovate morte in casa a Roma, l'amica di Luana accusa lo sciamano: il retroscena sui riti
"Non la lasciava un secondo e lei era cambiata", così un'amica racconta il rapporto tra lo sciamano e Luana Costantini
Nell’attesa che gli inquirenti ascoltino Paolo Rosafio, sedicente sciamano che nella sua attività all’interno del gruppo Cubytrix si fa chiamare Shekhinà Shekhinà, arrivano le dichiarazioni di un’amica di Luana Costantini. “Per me aveva un impatto devastante su di lei”, dice la donna.
- Madre e figlia morte in casa a Roma, le rivelazioni di un'amica
- La versione dello sciamano
- Il caso: i corpi, il satanismo e il mistero
Madre e figlia morte in casa a Roma, le rivelazioni di un’amica
Il caso di Luana Costantini e della madre trovate morte in casa a Roma giovedì 19 agosto assume sempre di più i contorni del giallo.
Ascoltata dal ‘Messaggero’, un’amica della 54enne racconta il cambiamento repentino di Luana Costantini da quando il sedicente sciamano Rosafio era entrato nella sua vita. Prima di incontrarlo, l’ex operatrice socio sanitaria era “solare, piena di vita, affrontava le difficoltà con piglio deciso, è stato così anche nella malattia della madre”. Sua madre Elena Bruselles, infatti, era malata di Alzheimer.
Insieme a Paolo Rosafio, però, in casa di Luana viveva anche un altro sedicente occultista, ideatore di Cubytrix – probabilmente lo stesso ascoltato da ‘Repubblica’ sotto lo pseudonimo di Roberto – al quale la 54enne aveva affittato una stanza. La vita dell’ex OSS, quindi, era stata schiacciata dalla presenza di queste due persone.
L’amica racconta: “Entrambe queste persone hanno tolto serenità a Luana”, e aggiunge: “Oltre a Paolo c’era questo ragazzo che lavorava in un bar e viveva da Luana ma che aveva degli improvvisi scatti d’ira, una volta ricordo che mi urlò contro solo perché gli feci presente che il cibo nel frigo, da lui portato, si era riempito di vermi”.
Tornando allo sciamano, quindi, l’amica rivela: “Era sempre con lei, anche quando uscivamo con altre amiche per un aperitivo, non la lasciava un secondo e lei era cambiata, si era incupita con quest’uomo che parlava di spiriti, di riti, di cose che non ho mai compreso”.
Col tempo, quindi: “Luana si è isolata, non rispondeva più ai messaggi né alle chiamate. E quando non l’ho più sentita ho iniziato a preoccuparmi così ho chiamato lo sciamano”.
La versione dello sciamano
L’amica rivela quindi al ‘Messaggero’ di aver contattato lo sciamano per avere notizie di Luana. Era il 18 gennaio, il giorno prima che le forze dell’ordine rinvenissero i cadaveri delle due donne. La donna spiega di aver redarguito Paolo Rosafio per non essersi preoccupato dei lunghi silenzi di Luana. Lo sciamano e l’altro ragazzo, il fondatore di Cubytrix, avevano lasciato quella casa prima della morte della madre malata.
Stando al racconto dell’amica: “Ho avuto l’impressione che avesse paura ma che non fosse in realtà preoccupato. Mi disse che sarebbe comunque dovuto tornare a Roma a prendere le sue cose ma che aveva timore di trovarle morte”.
Ancora, lo sciamano le avrebbe detto che in realtà Luana Costantini “soffriva di depressione di suo”, opinione condivisa anche dal fondatore di Cubytrix che addirittura – parlando con ‘Repubblica’ – ha riferito che la 54enne avesse iniziato a consumare cocaina fino alla morte.
L’amica non crede a questa versione: “Luana aveva timore dei farmaci, si curava naturalmente, non si era neanche vaccinata contro il Covid non per posizioni ideologiche ma solo per paura di possibili effetti collaterali figuriamoci se poteva far uso di cocaina”.
All’interno dell’abitazione gli inquirenti, tuttavia, non hanno mai trovato tracce di stupefacenti.
Nei prossimi giorni verranno condotti i risultati autoptici e tossicologici sui corpi delle due donne. Nel frattempo, Paolo Rosafio è stato rintracciato in provincia di Lecce e verrà ascoltato come persona informata sui fatti. Lo sciamano non risulta indagato.
Il caso: i corpi, il satanismo e il mistero
Le due donne giacevano morte in due locali separati dell’appartamento di via Giulio Salvadori 12, nel quartiere romano di Monte Mario. Luana, 54 anni, era morta da pochi giorni mentre il corpo di sua madre Elena Bruselles, 83 anni e malata di Alzheimer, era quasi mummificato.
La presenza di indumenti da uomo all’interno dell’abitazione e le testimonianze di amici e vicini hanno portato a rintracciare Paolo Rosafio, originario della Puglia, che ha avuto una relazione per due anni e mezzo con la 54enne.
Rosafio verrà ascoltato come persona informata sui fatti e non risulta indagato. Dopo il macabro ritrovamento, conoscenti e amici delle due donne hanno più volte ribadito che Luana Costantini era cambiata specialmente dopo l’incontro con il sedicente sciamano, che non faceva che presentarsi come tale in qualsiasi occasione.
La pista esoterica dietro il ritrovamento delle due donne è stata considerata a seguito della presenza di tavole, candele, tuniche e altri oggetti riconducibili all’occultismo.