Lucia Azzolina: chi è la nuova ministra dell'Istruzione al Miur
Insegnante di liceo, sindacalista e deputata M5s, Lucia Azzolina ha ben due lauree
Lucia Azzolina è diventata la nuova ministra dell’Istruzione in seguito alle dimissioni di Lorenzo Fioramonti. Insieme a lei, per guidare il Miur, Giuseppe Conte ha scelto Gaetano Manfredi come ministro di Università e Ricerca. L’annuncio del presidente del Consiglio di dividere il dicastero è avvenuto durante il suo discorso di fine anno davanti ai giornalisti.
Dove è nata, cosa ha studiato e che lavoro fa Lucia Azzolina
Nata a Siracusa il 25 agosto 1982, Lucia Azzolina ha nel suo curriculum ben due lauree: una in Storia della filosofia e una in Giurisprudenza, ottenuta mentre già insegnava nelle scuole superiori in Piemonte.
Ha svolto, secondo quanto riporta l’Ansa, dopo la seconda laurea, la pratica forense occupandosi di diritto scolastico. Ha una specializzazione per insegnare Storia e Filosofia e un’abilitazione all’insegnamento per gli studenti diversamente abili.
Lucia Azzolina ha insegnato a lungo in alcuni licei. Per anni è stata attiva nel sindacato Anief, prima in Piemonte e poi in Lombardia per oltre un anno e mezzo. Una delle sue principali battaglie è stata quella contro le “classi pollaio“, per cui ha presentato un disegno di legge.
Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, tra gli artefici del Decreto Scuola
Deputata del M5s, è stata eletta alla Camera nel 2018. È stata scelta come sottosegretaria alla Scuola del governo Conte bis. È una delle artefici del Decreto Scuola, e ha lottato duramente in Commissione alla Camera per la sua approvazione.
Proprio per questo è stata duramente attaccata su Facebook con minacce e insulti, anche dai colleghi insegnanti, ricevendo la solidarietà di Lorenzo Fioramonti, che ha sottolineato il suo “enorme contributo al Decreto Scuola”.
Lucia Azzolina, ministra dell’Istruzione, favorevole allo Ius Culturae
Durante il suo incarico di sottosegretaria, riporta l’Ansa, si è spesso espressa a favore dello Ius Culturae sostenendo che “non regala la cittadinanza, ma la integra” e ritenendo necessario aprire “un sano dibattito nel paese”.
“Dobbiamo integrare i bimbi che lo meritano, bisogna parlarne e capire anche cosa ne pensi il mondo della scuola direttamente interessato”, ha dichiarato riferendosi allo Ius Culturae.